Il movimento IoApro in piazza, scontri in centro a Roma. I ristoratori gridano: «Dignità»

Il movimento IoApro in piazza a Roma, sit-in non autorizzato: oltre 50 identificati
di Alessia Marani e Flaminia Savelli
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Lunedì 12 Aprile 2021, 14:36 - Ultimo aggiornamento: 13 Aprile, 09:38

Non c’erano le diecimila persone che gli organizzatori pensavano di portare in piazza nonostante la manifestazione lanciata a Roma dai movimenti schierati dietro la sigla “IoApro” non fosse stata autorizzata dalla Questura. Ma le voci della protesta dei ristoratori, ieri nel centro della Capitale, si sono fatte sentire lo stesso. Anche con le bombe carta, i fumogeni e le bottiglie scagliate contro le forze dell’ordine che hanno fatto cordone per impedire ai piccoli gruppi che tentavano di aggirare i blindati da via dei Prefetti e via del Corso, di raggiungere Montecitorio e Palazzo Chigi.

I ristoratori hanno preso le distanze dagli scontri: «Non siamo stati noi, vogliamo solo poter lavorare».

Con loro si erano schierati diversi esponenti di CasaPound che avevano già annunciato la loro partecipazione. Il sospetto è che tra gli imprenditori si siano infiltrati estremisti, no mask e persino alcune frange ultras provenienti dalle Curve del Nord e Sud di Italia orfane degli stadi e che a Roma hanno tentato di replicare le dinamiche da guerriglia urbana. Alla fine della giornata il bilancio è stato di 6 fermati (calabresi, siciliani e romani), 120 identificati, tre feriti lievi. Verifiche della Digos sono in corso. 

 

LA TENSIONE

Momenti di tensione si sono registrati in piazza San Silvestro dove il grosso dei manifestanti (400 persone per le forze dell’ordine, un migliaio scarso per gli organizzatori) poco prima delle tre del pomeriggio è stato fatto confluire. «Dignità, libertà» ha urlato la piazza mentre Momi El Hawi, pizzaiolo fiorentino tra i leader della protesta dopo essersi presentato ammanettato, ripeteva che «siamo venuti da tutta Italia per riprenderci i nostri diritti. Il Governo si muova, dia una data, parlano di riaperture dal 20 aprile: oltre non andremo». Sandra di Bella, del movimento “Ristoratori siciliani indipendenti” sfoggia l’elmetto vichingo con le corna come quello indossato da Jake Angeli a Capitol Hill: «Dobbiamo riaprire per i nostri figli», grida. Ma poi gli animi si scaldano. Alcune decine di manifestanti cercano di forzare il cordone di protezione. La polizia risponde con gli idranti, un manifestante rimane ferito lievemente da una bottiglia lanciata dal retro delle file verso gli agenti, anche un poliziotto riporta lievi contusioni, così come un fotografo colpito da un petardo. Dopo una trattativa torna la calma. Ma alle cinque, quando la piazza si è già svuotata, altri gruppi proseguono per via del Corso verso piazza del Popolo, rovesciando monopattini e cassonetti. Sempre seguiti a vista dalle squadre di polizia, carabinieri e finanzieri in tenuta antisommossa e in borghese.

Quando i poliziotti avanzano di nuovo per fermarli, scoppia il caos: una cinquantina di persone, un gruppo composto soprattutto da manifestanti marchigiani e siciliani, blocca il traffico delle auto su via del Muro Torto. Parte un’altra carica di alleggerimento. Qualcuno riesce a dileguarsi, altri vengono fermati e identificati. Già nella mattinata 20 persone dirette al sit-in non autorizzato erano state bloccate dalla Polfer in arrivo alla stazione Termini dalla Sicilia. Altre sessanta erano state intercettate a bordo di due pullman, prevenienti da Bologna, alla barriera Roma Nord dell’autostrada. Chi aveva l’autocertificazione e l’albergo prenotato per passare la notte e partecipare a un’altra manifestazione - quella regolarmente consentita stamani al Circo Massimo - è stato accompagnato in hotel. Gli altri rispediti a casa con la sanzione amministrativa. La Scientifica ha girato numerose riprese durante i vari momenti, le immagini sono al vaglio degli inquirenti.

Pregliasco a Radio Uno: «Riaprire da lunedì prossimo? È un rischio»

In serata una delegazione di «IoApro» è stata ricevuta al ministero dell’Economia dal sottosegretario Claudio Durigon. «La manifestazione di oggi ha registrato episodi di violenza e feriti tra appartenenti alle forze di polizia e operatori dell’informazione a cui va la nostra solidarietà - ha commentato il portavoce dell’Associazione nazionale funzionari di polizia, Girolamo Lacquaniti - Quello che preoccupa è l’uso della violenza da parte di un gruppo di manifestanti in cui sono evidenti infiltrazioni di gruppi estremisti che nulla hanno a che fare col mondo del lavoro e della ristorazione in particolare».

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