Sono arrivati in Italia i primi interpreti afghani che in questi anni hanno collaborato con il contingente italiano a Herat. Ad assicurarne l'arrivo è stato Il Comando operativo di vertice Interforze. Il gruppo è stato inserito, con la propria famiglia, in un programma di protezione per evitare eventuali vendette o ritorsioni - qualora fossero rimasti nel loro paese - una volta che la missione si sarà definitivamente conclusa. «L’Italia non dimentica chi in questi anni in Afghanistan ha collaborato con i nostri militari», ha sottolineato il ministro della Difesa Lorenzo Guerini all'arrivo in Italia del primo aereo con a bordo 83 tra collaboratori civili afghani e relative famiglie, atterrato questa mattina presso l'aeroporto di Fiumicino. «“Quello degli interpreti afghani è un tema che ci è stato sempre particolarmente a cuore – ha aggiunto il ministro – e l’Italia procederà gradualmente al trasporto umanitario del personale civile afghano che ha supportato nel tempo il contingente italiano anche nel periodo antecedente all’operazione “Resolute Support”. Ringrazio il ministero degli Esteri e quello dell'Interno per il lavoro congiunto che sulla questione stiamo facendo insieme».
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Operazione Aquila
L’operazione denominata Aquila, pianificata e diretta dal Comando operativo di Vertice Interforze (COI), comandato dal generale Luciano Portolano, ha lo scopo di trasferire in Italia circa 270 civili afgani, tra collaboratori e familiari, per i quali si ha chiara evidenza del rapporto lavorativo prestato a favore del contingente italiano.
Il Coi ha pianificato l'intera operazione, coordinandosi con la Farnesina e il Viminale, affidandola poi al personale del Joint headquarters. Gli arrivi saranno scaglionati: dopo i primi 83 collaboratori civili (19 nuclei familiari) arrivati lunedì, gli 89 (20 nuclei familiari) di mercoledì, domani ne giugeranno a Fiumicino altri 74 (17 nuclei familiari), fino a completare questa prima fase relativa ai 270 la cui collaborazione è stata pienamente verificata dalle autorità militari italiane. Poi sarà la volta degli altri afghani, man mano che la verifica verrà effettuata.