«Zingaro, slavo di m...». Insulti razzisti a giocatore under 18 durante la partita di basket

«Zingaro, slavo di m...». Insulti razzisti a giocatore under 18 durante la partita di basket
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Lunedì 25 Febbraio 2019, 00:48 - Ultimo aggiornamento: 14:42
Insulti razzisti nella partita di basket Under 18 di giovedì scorso tra Mastria Vending Catanzaro e Cus Bari. A denunciarlo è la stessa squadra calabrese che in una nota spiega i fatti. 

«La Mastria Vending Virtus Under 18 Eccellenza sconfitta a Bari dagli arbitri, che consentono a due atleti del Cus di rivolgere a Nicola Markovic, per tutta la gara, gravi insulti razzisti, senza interrompere e sanzionare tale inqualificabile condotta, tanto antisportiva che incivile. Praticamente, i due campioncini baresi anziché marcare la forte ala giallorossa con tecnica ed agonismo, hanno adottato la scelta dell'insulto razzista in continuo. "Zingaro" e "slavo di mer…" i più ricorrenti», è la denuncia della squadra di pallacanestro, che aggiunge: «Ma l'apice i direttori di gara l'hanno toccato allorquando hanno prima sanzionato Markovic con un fallo tecnico, per poi espellerlo, reo di aver protestato contro la condotta razzista dei giovani eroi biancorossi. In pratica al danno si è aggiunta la beffa».

«Ma non finisce qui la farsa - prosegue la nota - in quanto, a fine gara, uno degli eroi-cestisti ha confessato pubblicamente gli insulti rivolti a Markovic, incalzato dal nostro staff tecnico che gli ha contestato la vile condotta. Ovviamente, per solidarietà a Nikola dopo l'espulsione, ancorché mancassero 40'', i compagni hanno smesso di giocare, così mettendo in risalto la gravità dell'accaduto e la pari deprecabile condotta degli arbitri baresi. Probabilmente, i risultati sportivi maturati sul campo da questa Virtus, forse non previsti, sta dando fastidio a chi aveva configurato in questo girone una diversa griglia d'accesso alla fase successiva del campionato Under 18 di eccellenza. Di sicuro, quanto accaduto giovedì scorso al Pala Cus di Bari è stato una vergogna!».

«Adesso basta! Ora servirebbero responsabilità e buonsenso, e non propaganda e falsità. Con i titoloni sul “presunto” attacco razzista di un nostro cestista, si stanno superando i limiti della pazienza», replicano i responsabili della sezione basket del Cus Bari. «Prendiamo atto, del comunicato della Virtus Catanzaro, ma i precisiamo -  spiega Donato Ravelli responsabile della sezione basket Cus Bari - che, l'episodio a cui il comunicato fa riferimento è avvenuto a pochi secondi dalla fine della partita e non durante tutto lo svolgimento della stessa.
Al momento dell'accaduto il giocatore responsabile dell'offesa è stato fatto uscire immediatamente dal campo, richiamato dal nostro staff tecnico, e successivamente sospeso dalle attività agonistiche dalla nostra società. L'offesa deprecabile e ingiustificabile è stata una risposta sbagliatissima alle provocazioni e minacce di tesserati della Virtus Catanzaro, già innervositi per l'epilogo della gara che volgeva al termine. Alcuni tesserati del Catanzaro, inoltre, sostavano al termine della gara nel tunnel degli spogliatoi per cercare il contatto con nostri atleti assolutamente estranei a tutto l'accaduto. Solo l'intervento dello staff biancorosso permetteva che i ragazzi raggiungessero gli spogliatoi».
 
«Detto questo, avendo già punito il responsabile con l'esclusione dalle prossime gare di campionato, il Centro Universitario Sportivo prende le distanze da ogni forma di razzismo, ricordando che nella struttura convivono fraternamente, atleti di differenti nazionalità, culture e religioni. Riteniamo esagerati i continui interventi mediatici, e addirittura politici con interminabili indignazioni on line, e sugli organi di informazione. Ci chiediamo se tutti questi continui ed esasperati attacchi siano davvero necessari ai fini della crescita e dell’ammonimento già avvenuto dell’atleta o siano solo abili strategie mediatiche e politiche per distrarre l’attenzione, dalla mera attività sportiva.
Le tecniche di manipolazione psicologica sociale purtroppo sono assai diffuse, e siamo dispiaciuti che vengano attuate in un’ambiente sportivo come il nostro, in cui non è mai esistita ribadisco, alcuna forma di razzismo», afferma ancora la squadra barese.

«Ci scusiamo ancora una volta per l’accaduto - conclude Ravelli - che non fa onore all’atleta rappresentante sportivo della nostra società sul parquet che ci ha ospitati, ma l’invito è a non esasperare una situazione con interventi politici, che con lo sport non hanno nulla a che fare. Invitiamo quindi tutti al buon senso e alla responsabilità».

 
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