SAN DONA' - Vuole «essere curato» e chiede di venire sottoposto a una perizia psichiatrica. Questo ha detto Davide Barresi, 54 anni, operatore socio-sanitario nato a Torino e residente a Catania, arrestato nel novembre 2022 dai carabinieri che indagando su una serie di maltrattamenti ai pazienti della residenza per anziani “Monumento ai caduti” - sfociati negli arresti di martedì - lo avevano ripreso mentre violentava sessualmente sette pazienti: tredici episodi dal 16 novembre 2022, giorno della prima intercettazione video, al 25 novembre 2022 giorno del suo arresto. Se ne approfittava mentre dormivano: si avvicinava, si masturbava e mimava, tentava o portava a termine atti sessuali approfittando del fatto che potesse avvicinarsi alle pazienti per cambiarle e curarle e “abusando delle condizioni di inferiorità fisica e psichica delle pazienti ospiti della casa di riposo” scrive il sostituto procuratore Andrea Petroni nel capo d’imputazione con il quale ha chiesto il carcere per l’operatore socio sanitario, non nuovo ad accuse simili. Quando lavorava all’ospedale psichiatrico di Agordo (Belluno) era stato coinvolto in un’indagine per abusi sessuali sulle pazienti: condannato in primo grado, era stato assolto dalla Corte d’Appello di Venezia.
L’AUTOPSIA
Durante l’interrogatorio di garanzia a novembre, Barresi (ora in carcere a Venezia) si era avvalso della facoltà di non rispondere e una prima istanza di perizia psichiatrica presentata dai difensori Giorgio e Luca Pietramala era stata respinta dal pm stesso.
ANNI DI INDAGINI
Il capo d’imputazione scritto dalla procura punta la lente delle indagini agli ultimi quattro anni, partendo cioè dal 2019, anche se gli episodi certi sono quelli immortalati nelle settimane di ripresa tra la fine 2022 e l’inizio 2023. A dare il via alle indagini - prima dello scoppio del Covid - era stata la testimonianza della figlia di una delle donne ricoverate nella Rsa: aveva notato escoriazioni e sangue sul corpo della madre. Poi un forte dimagrimento. Nell’ottobre 2022 il via libera alle telecamere nascoste che aprivano il sipario sull’orrore. Niente cibo e pugni sulla testa. Gli Oss li lanciavano sulle carrozzine e sui letti, li vestivano con violenza, gli mettevano in volto i pannolini sporchi. Gli sputavano in faccia per pulirgli la bocca e quando un anziano si era ribellato, Danieli lo aveva frustato sulla gamba con un portachiavi con un laccio. E aveva frustato anche il suo compagno di stanza. Poi, le offese. «Fate schifo dalla nascita», dicevano. «Tu sei una bestia». E ancora: «Quando tu muori faccio una settimana intera di ubriacatura». «Devi soffocarti, ma non quando ci sono io», «Guarda che con il primo pugno ti butto giù i due denti che ti sono rimasti».
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