Padova, Giorgio Cusin morto in incidente. Lo strazio del papà: «È il secondo figlio che perdo, non è possibile»

Giorgio Cusin
di Luisa Morbiato
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Giovedì 28 Ottobre 2021, 13:02 - Ultimo aggiornamento: 13:04

PADOVA - «Due su due non è una cosa possibile anche facendo il calcolo delle probabilità». Edoardo Cusin, papà di Giorgio, il 31enne che ha perso la vita l’altro ieri nel tragico incidente stradale in tangenziale, non riesce a darsi pace per la perdita dell’unico figlio, quattordici anni dopo aver dovuto dire addio al primogenito Giuseppe in circostanze tragiche, accoltellato a morte al parco di Mortise. «Non sappiamo ancora nulla di cosa possa essere accaduto e ancora non l’abbiamo visto, era un ragazzone alto più di un metro e 90 ed era in perfetta salute, non riesco a pensare che possa aver avuto un malore - continua - penso più a una distrazione anche perché Giorgio era prudente, faceva quella strada quattro volte al giorno da casa all’ufficio e non correva perché voleva evitare multe».

 

La tragedia

Edoardo Cusin ipotizza che potrebbe essersi distratto dalla guida quando si è accorto di non avere con sé il cellulare ma è solo un’idea che gli ha attraversato la mente. «Aveva dimenticato il suo telefono nello studio di Vigonza che è dello zio, dove lavorava.

Mi ha telefonato lo zio per chiedere dove fosse Giorgio che non era rientrato al lavoro nel pomeriggio ed era in ritardo di un’ora, cosa che ci ha fatto preoccupare perché avvisava anche se tardava di soli 5 minuti. Poi è arrivata la polizia e ho capito che era accaduto qualcosa di terribile, avevo già vissuto quell’esperienza».

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Il trentunenne lavorava a Vigonza e viveva da circa un paio d’anni a Padova 2000, il complesso residenziale di fronte al Cimitero Maggiore di via Chiesanuova, nella stessa zona in cui vive anche la madre Bianca. «Aveva un bel rapporto con me e anche con la mamma, la mia ex moglie, che praticamente stava più a casa di Giorgio che a casa sua, gli preparava da mangiare, gli sistemava la casa - sottolinea Edoardo - mio figlio non amava il lavoro d’ufficio ma, da un paio d’anni, lavorava nello studio di consulenza dello zio, curava i clienti ed era bravo anche se la sua passione erano il basket e lo skate. Fin da ragazzino giocava a basket poi ha dovuto smettere per problemi di salute ma continuava a seguirlo con grande passione, era il suo primo amore. Poi si era dedicato allo skate da praticante, ultimamente si occupava di più dell’organizzazione delle gare delle quali faceva anche lo speaker. Mi aveva mostrato un progetto che gli stava molto a cuore, stava organizzando una grande manifestazione che avrebbe dovuto svolgersi al Plebiscito. Giorgio aveva un bel carattere, era forte, determinato e caparbio».


Dolore enorme

Poi la voce di Edoardo Cusin viene spezzata dalle lacrime, per il dolore troppo grande di chi ha perso due figli. «Da ragazzo ha frequentato il liceo Tito Livio, ha combinato anche qualche sciocchezza come tutti i giovani, non voleva più studiare, desiderava seguire la sua strada in autonomia e lo abbiamo assecondato, ma poi ci ha ripensato e ha recuperato gli anni cambiando indirizzo e diplomandosi allo scientifico. Era davvero un bravo ragazzo con grandi capacità, la sua caparbietà lo portava a realizzare ciò che si prefiggeva - conclude il papà - non so davvero che dire. Non so cosa accadrà ora, mi ci sono voluti anni per uscire dal tunnel della morte di Giuseppe e ora anche Giorgio non c’è più». Ora mamma Bianca, papà Edoardo, i parenti e gli amici attendono di sapere quando potranno dargli l’ultimo saluto e di comprendere cosa possa essere accaduto. La famiglia non ha ancora deciso se la cerimonia funebre si farà a Sant’Ignazio, dove Giorgio era cresciuto, o nella parrocchiale di Chiesanuova.

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