Incidente A4, il tratto maledetto di autostrada tra San Donà di Piave e Portogruaro: nel 2022 già 16 morti

A settembre il parroco di Cessalto ha celebrato messa vicino al casello autostradale

A4, quel tratto maledetto di autostrada tra San Donà di Piave e Portogruaro: nel 2022 già 16 morti (nel 2021 erano 21)
di Stefania Piras
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Venerdì 7 Ottobre 2022, 18:21 - Ultimo aggiornamento: 20:23

Incidente A4 - Quel maledetto tratto dell'A4. No, non è esagerato dire "maledetto". L'ultima vittima è di quattro giorni fa: cinque tir e un'auto coinvolti in un terribile incidente dove ha perso la vita Chiara Moressa, 40 anni. Viaggiava insieme a un cagnolino, Misko, che era stato abbandonato e lei stava portando a casa. Chiara e Miski non sono mai arrivati a destinazione. A fine settembre don Mauro Gazzelli, parroco di Cessalto, un piccolo comune del Trevigiano, ha deciso di celebrare la messa vicino al casello autostradale per cercare di sensibilizzare su tutto quel sangue sparso negli scontri mortali che ciclicamente si ripetono in quei 24 chilometri di autostrada, l’unico tratto dell'A4 rimasto a due sole corsie per senso di marcia tra San Donà di Piave e Portogruaro. La terza corsia è ancora un miraggio e servirebbe anche un nuovo casello a Bibione per gestire i flussi di turisti e per dare tregua al traffico del nodo di Portogruaro. Come se non bastasse mancano le aree di sosta per i veicoli industriali, lo dice un report della Commissione europea (c'è un Commissario delegato per l'emergenza dell'autostrada A4 che ha appena pubblicato un bando per realizzarle). Non stupisce allora che qui ci sia il primato degli incidenti mortali: nel 2021 sono morte qui 21 persone. Il 2022 ne conta già 16. 

La A4 Venezia-Trieste è una tra le infrastrutture più percorse d'Italia. Il traffico pesante, nel corso del 2021, ha superato le percorrenze pre-pandemia (in totale 832 milioni di km, +2% rispetto al 2019). 

 

In quel tratto dell'autostrada A4 gli incidenti, i morti sono molto, troppo, frequenti. È un bollettino di guerra, ammette anche il presidente del Veneto, Luca Zaia. «Non possiamo accettare la A4 passi alla storia per essere l'autostrada con un quotidiano bollettino di guerra. Ora è il momento del dolore, della vicinanza alle famiglie delle vittime, ma il problema resta, e va risolto in maniera radicale», ha commentato il presidente con l'ANSA. «Ho riletto più volte il titolo della notizia - afferma  Zaia - perchè speravo di aver capito male.... Ancora adesso stento a credere che sei persone possano aver peso la vita in questo modo. Non possiamo accettarlo, la potremmo ormai definire l'autostrada 'della mortè, costellata di incidenti mortali nei tratti più collassati dal traffico». Per 
Zaia va ricordato che la Venezia-Trieste «è la nostra porta d'ingresso verso est, in un territorio nel quale passano più corridoi europei, e inevitabilmente il traffico proveniente da tutta Europa». Un disastro sulla cui specifica dinamica specifica «non si può entrare, perchè non conosciamo ancora, ma che conferma come che la sicurezza stradale non possa prescindere da interventi quantomai necessari». 

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La messa celebrata al casello

Don Mauro, il parroco di Cessalto, comune che ospita questo tratto molto critico della A4, ha celebrato una messa a pochi passi dal casello e ha accompagnato in processione la statua della Vergine, per l'occasione rimossa dalla chiesa, fino ai margini dell'autostrada. «Di fronte alla chiesa ho fatto collocare un'urna con l'immagine di un angioletto e 41 nomi di giovani del posto - ha spiegato ancora don Gazzelli - quasi tutti morti sulla rete viaria locale.

Questo per l'inadeguatezza delle strutture, per la mancanza di piste ciclabili ma anche - prosegue - per comportamenti a rischio, come l'assunzione di alcol e la tendenza a tenere velocità eccessive, rispetto ai quali sono necessari interventi educativi dedicati, non illudiamoci che i controlli con l'alcoltest possano incidere in modo decisivo sul problema». 

 
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