Arriva il sequestro di 72 milioni di euro per l’acquisto di oltre 800 milioni di mascherine. E se ne sta occupando in questo momento il Nucleo di polizia valutaria della Guardia di finanza. L’operazione è legata all’inchiesta sull'affidamento da 1,25 miliardi fatto dal Commissario per l'emergenza Domenico Arcuri a tre consorzi cinesi. Tutto era avvenuto durante la prima ondata della pandemia da Covid-19.
Si indaga sui rapporti con Arcuri
A coordinare l’inchiesta, il procuratore aggiunto Paolo Ielo.
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Una telefonata tra Benotti e Guarnieri al centro delle indagini
La conversazione su cui si stanno concentrando le indagini dei magistrati avviene il 20 ottobre 2020, alle 8.15. Benotti confida a Daniela Guarnieri i suoi timori verso Arcuri, che si è sottratto all'interlocuzione. E ciò, secondo Benotti, potrebbe essere sintomatico di una notizia riservata, su qualcosa che "sta per arrivare addosso". In più emerge un altro dato, tra il giornalista in aspettativa e il Comissario Arcuri ci sarebbero stati 1280 contatti telefonici in cinque mesi.
Salvini: “Cambiamento e trasparenza”
Arriva puntuale anche il commento di Matteo Salvini, leader della Lega, sulla vicenda. «Cambiamento e trasparenza, questo chiedono gli italiani (e la Lega) dopo mesi di inefficienza e documenti nascosti o secretati». Le parole sono evidentemente rivolte al commissario Arcuri, già bersaglio delle critiche in passato. Nello specifico il 28 gennaio, quando Salvini diceva ai cronisti: “Stiamo preparando un esposto per la Procura, perché prima o dopo Arcuri risponderà di quello che ha fatto e non ha fatto”.
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Delmastro (Fdi): "Qualcuno lucrava sulla pelle degli italiani"
Commenta il sequestro anche Andrea Delmastro, deputato di Fratelli d'Italia. «Dopo decine di interrogazioni del sottoscritto proprio sull'appalto del commissario Arcuri per 1.2 miliardi di mascherine cinesi che ha fruttato provvigionì milionarie a uomini ben introdotti nella filiera del potere, finalmente la Procura della Repubblica ha disposto sequestri vari». Delmastro poi si domanda per quale motivo il Governo Conte bis non avesse rimosso Arcuri. Adombrando anche l'ipotesi che ci fosse una contiguità politicamente criminale: qualcuno lucrava sulla pelle degli italiani in piena pandemia e Conte e il suo Governo voltavano la testa dall'altra parte».
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