Incendi in Sardegna, la mappa dei focolai: ora si teme il cambio direzione dei venti

Incendi in Sardegna, la mappa dei focolai: ora si teme il cambio direzione dei venti
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Martedì 27 Luglio 2021, 12:07 - Ultimo aggiornamento: 20 Febbraio, 02:45

Sono ancora attivi, ma la situazione ora sembra essere sotto controllo. Non possono però dormire ancora sonni tranquilli in Sardegna. I roghi che hanno distrutto il Montiferru e la Planargia, nell'Oristanese, devastando 20mila ettari di boschi, uliveti e allevamenti, sembrano essere stati domati. Piccoli focolai si stanno riaccendendo ma gli addetti all'anticendio li stanno controllando. Agli incendi stanno lavorando le squadre a terra composte dal Protezione civile, Corpo forestale, Vigili del fuoco e volontari. invece  stanno lanciando bombe d'acqua due elicotteri della flotta regionale, due Canadair nazionali e altri due arrivati dalla Grecia. 

Il rogo che ha distrutto il Montiferru e la Planargia non è quindi ripartito, ma nella notte si è lavorato per controllare le fiamme nel cantiere della forestale di Tresnuraghes. I volontari e gli elicotteri sono al lavoro per le bonifiche, per evitare che l'incendio possa ripartire mentre si spera arrivi la pioggia. Da stamattina elicotteri sono al lavoro per le bonifiche, fondamentali per evitare che l'incendio possa ripartire. Sono centinaia i volontari che in questo ore lavorano alle bonifiche con cisterne e trattori. Se il vento non cambierà ancora direzione, come accaduto spesso in questi giorni, le fiamme potrebbero essere sotto controllo. 

Incendi Sardegna, le indagini

Oltre le bonifiche in alcune delle aree interessate dal gigantesco rogo che ha devastato il Montiferru, nell'Oristanese, parallelamente già da ieri sono partiti gli accertamenti del Corpo Forestale della Regione Sardegna per individuare le cause e verificare se dietro gli incendi ci sia la mano dell'uomo. Le verifiche sono condotte dal Nucleo investigativo regionale del Corpo forestale, dal Nucleo provinciale di Oristano e dalle Stazioni di Villa Urbana, Seneghe e Ales. Gli accertamenti procedono speditamente, ma al momento la Procura di Oristano non ha ricevuto alcuna informativa e nessun fascicolo è stato aperto.

Da quanto si apprende il rogo principale, quello partito da Bonarcado- Santu Lussurgiu che si è poi spostato per chilometri divorando il Montiferru, secondo le prime ipotesi investigative, sarebbe partito per cause accidentali: un'auto ha preso fuoco lungo la strada provinciale 15 a Bonarcado e ha innescato un primo rogo. Le fiamme sono state spente, ma a causa del vento e delle alte temperature alcune ore dopo hanno ripreso vigore, propagandosi velocemente. La situazione è precipitata quando le fiamme hanno raggiunto i centri abitati e, soprattutto, quando è calata la sera e i mezzi aerei che da ore lanciavano bombe d'acqua sulla zona hanno dovuto fare rientro.

Ma se l'ipotesi accidentale è quella più avvalorata per il rogo principale, nella zona di Oristano in quelle stesse ore si registravano almeno altri due incendi, dietro i quali potrebbe esserci la mano dell'uomo. Il primo è partito da Usellus e ha raggiunto Villaurbana danneggiando aziende agricole, divorando terreno e distruggendo anche un cantiere Forestale; il secondo, molto più piccolo, nell'area tra Escovedu-Mogorella, ed è stato spento subito. Al momento si tratta di ipotesi investigative, ma gli specialisti del Corpo Forestale stanno lavorando senza sosta per ottenere i riscontri, terminati i quali depositeranno una relazione all'autorità giudiziaria. 

Fabrizio Curcio è arrivato in Sardegna

Il capo Dipartimento della Protezione civile, Fabrizio Curcio, è arrivato intanto a Cagliari questa mattina per incontrare il presidente della Regione, Christian Solinas, e i vertici della Protezione civile regionale per fare il punto sull'emergenza incendi, ancora non rientrata anche se i roghi sono sotto controllo. Curcio, da quanto si apprende, è arrivato a Villa Devoto per una prima riunione con il governatore sardo, poi si sposterà ad Alghero per incontrare i ringraziare il personale dei mezzi aere regionali e dei Canadair nazionali e arrivati da Grecia e Francia.

Solinas è atteso anche in Consiglio regionale, riunito da poco dopo le 11.30 per individuare i primi interventi di supporto e sostegno alle popolazioni colpite e alle aziende. Nella sua relazione all'Aula, l'assessore dell'Ambiente Gianni Lampis ha relazionato su quanto accaduto nei drammatici giorni di fuoco per la Sardegna, soprattutto l'oristanese, a partire dalle allerte lanciate dall'Arpas dal 22 luglio scorso. «Non è ancora possibile iniziare con la conta dei danni - ha premesso - perché la fase di emergenza non è conclusa. Abbiamo, però, il modello Bitti, post alluvione, con la macchina regionale e nazionale, coordinata, che ha sveltito la burocrazia e iniziato a dare risposte celeri in pochi giorni. Abbiamo la volontà - ha aggiunto Lampis - di scrivere insieme con le Comunità e le amministrazioni un percorso di rinascita».

«È stato fatto un lavoro molto importante di prevenzione. Non parliamo molto spesso di prevenzione ma anche portare via in modo precauzionale le persone prima che le fiamme possano arrivare nelle zone abitate è un'attività che ha dato i suoi frutti». Così ha parlato ieri, Fabrizio Curcio, a La7. «Il fatto che noi non contiamo vittime in una situazione così complicata è un successo - ha sottolineato Curcio - che si deve alla bravura degli operatori. La regione Sardegna, i colleghi che lavorano nel Corpo nazione dei vigili del fuoco, i volontari, gli operatori sardi sicuramente hanno fatto un ottimo lavoro a terra. Per la Sardegna questo è un episodio drammatico, che ha coinvolto migliaia di ettari di una terra bellissima, e io non credo - ha concluso Curcio - che questo debba influire minimamente con il rapporto con il turismo». 

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Il presidente Solinas

Intanto su disposizione del Presidente Christian Solinas si è riunito ieri pomeriggio il Comitato Operativo Regionale, presieduto dal Capo della Protezione civile Antonio Belloi, per elaborare lo schema operativo necessario per la perimetrazione del rogo, la valutazione dei danni e per la predisposizione della relazione tecnica necessaria per il riconoscimento dello stato emergenza nazionale, a seguito della dichiarazione di stato di emergenza regionale già deliberato nella seduta di ieri della Giunta.

« Abbiamo accelerato le procedure - dice il Presidente Solinas - per abbattere tutti i tempi tecnici e burocratici e abbreviare i passaggi che ci consentiranno di erogare i ristori ai cittadini e alle aziende, per il risanamento degli edifici pubblici e privati, per una ripartenza che vogliamo tutti sia rapida». «Per questo motivo - prosegue il Presidente Solinas - il COR ha anticipato i tempi ancora prima che venga chiuso lo scenario emergenziale.

Un segnale di immediatezza che arriva al termine di un'altra giornata di dura lotta al fuoco. La situazione è in miglioramento, ma anche ieri non sono mancati episodi di particolare pericolosità determinati dalla ripresa di alcuni focolai, che sono stati immediatamente domati. Il pericolo di una ripresa del fronte di fuoco è ancora reale. Fino al tramonto, restano operative tutte le forze regionali in attività: 22 mezzi aerei e 7500 uomini a terra».

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La denuncia di Uncem

«Per un terzo della superficie del Paese, 11 milioni di ettari di Italia, per quelle foreste che soffrono per incendi, devastazioni dei cambiamenti climatici, come Vaia e altri fenomeni atmosferici gravi, non vi è un euro» nel Pnrr. Lo denuncia il presidente nazionale dell'Uncem, Marco Bussone, commentando il grave incendio che in Sardegna ha devastato migliaia di ettari. «Uncem chiede da tempo 100 milioni di euro l'anno, nelle leggi di bilancio, per le foreste - è la richiesta dell'Unione nazionale comuni, comunità ed enti montani -. Facciamo nella finanziaria 2022 un pezzo di quello che non è stato fatto nel Pnrr. Non abbiamo altro tempo da perdere».

«Questo Paese negli ultimi due anni, al netto delle risorse economiche dei Programmi di Sviluppo rurale, sempre troppo poche e schiacciate dall'agricoltura, ha messo solo 7 milioni di euro per le politiche forestali. Una situazione assurda e non degna di un Paese fatto di boschi come è l'Italia - osserva Bussone -. Fragili e da sostenere con opportune politiche pubbliche volte alla gestione, alla conservazione, alla protezione, alla gestione, alla certificazione. Si faccia una seria pianificazione territoriale, a prova di futuro. Ma si cambi rotta. Quelli della Sardegna, come molti altri roghi di queste ore, insegnano che l'Italia deve cambiare passo. Perché per le foreste abbiamo la miglior legge d'Europa, ma deve essere finanziata». 

La Lav arriva in soccorso

Intanto l'Unità di emergenza della Lega antivivisezione (Lav), con la sua ambulanza veterinaria e una squadra di volontari è partita da Roma verso Oristano «per portare soccorso ai tanti animali vittime del gravissimo disastro ambientale provocato dagli incendi di questi giorni in Sardegna». Lo fa sapere la Lav spiegando che «sul posto si uniranno altri volontari delle sedi Lav di Cagliari e Sassari» e avranno a disposizione due furgoni per il trasporto di animali in stato di necessità.

L'unità di emergenza Lav e i suoi volontari, prosegue la nota, hanno «già preso contatto con una clinica veterinaria sul posto e da domani saranno operativi nella provincia di Oristano per il soccorso agli animali familiari feriti e/o coinvolti negli incendi; trasporto di animali familiari in difficoltà o feriti presso cliniche veterinarie; soccorso agli animali selvatici feriti e/o coinvolti negli incendi; trasporto di animali selvatici in difficoltà o feriti presso cliniche veterinarie o centri di recupero per la fauna selvatica altre eventuali necessità che dovessero emergere».

L'iniziativa di Coldiretti

Una strage con centinaia di galline, pecore, mucche e cavalli morti tra le fiamme degli incendi che hanno devastato 20mila ettari di boschi, uliveti e pascoli della Sardegna in provincia di Oristano dove è scattata la solidarietà con la consegna del foraggio per l'alimentazione agli animali sopravvissuti nelle aziende dove le scorte sono state distrutte dal fuoco. L'iniziativa è della Coldiretti, impegnata in un'azione di monitoraggio dei danni e di assistenza alle famiglie degli agricoltori colpiti.

«Ai costi economici e sociali si somma una vera catastrofe ambientale con lecci, roverelle e sughere secolari andati in fumo in aree dove - sottolinea in una nota la Coldiretti - saranno impedite anche tutte le attività umane tradizionali. Un disastro sotto ogni punto di vista con la distruzione totale delle erbe e delle essenze che sono alla base dell'alimentazione di pecore e mucche. Per ogni bosco andato in fiamme - precisa la Coldiretti - ci sono danni all'ambiente, all'economia, al lavoro e al turismo. Se certamente il divampare delle fiamme nella macchia mediterranea è favorito dal clima anomalo con alte temperature e afa, a preoccupare è l'azione dei piromani con il 60% degli incendi che si stima sia causato volontariamente. Occorre intervenire subito - sostiene la Coldiretti - per assicurare la vitalità e la permanenza sul territorio attraverso il ripristino del potenziale produttivo agricolo, zootecnico, dei terreni e delle strutture agricole danneggiati o distrutti. A questo proposito serve subito la ricognizione dei danni e la rilevazione dei dati per poi attivare a livello regionale le risorse comunitarie previste dal piano di sviluppo rurale per sostenere le aziende colpite dall'incendio». 

Necessario lavorare d'anticipo

Bisogna anticipare le emergenze. «Dobbiamo smettere di pensare ai nostri boschi solo dopo che si verificano immani tragedie come questa, con costosi interventi straordinari o emergenziali. È necessario investire sulla prevenzione attraverso una quotidiana gestione e cura del territorio. Appena terminata l'emergenza dovranno essere accertate le responsabilità e puniti i colpevoli e si dovranno adottare tutte le misure previste dalla legge per il ripristino dell'ambiente come il divieto di pascolo e di caccia». Così Carmelo Spada, delegato Wwf per la Sardegna, sugli incendi che hanno colpito la regione.

Le reazioni politiche

 «Oggi scriverò subito al presidente Draghi. Occorre intervenire subito con uomini e soldi per questa straordinaria terra». Lo ha detto Matteo Salvini a Canale 5 chiedendo l'intervento del governo in Sardegna per l'emergenza incendi.

«Dedico un pensiero commosso e manifestare la mia vicinanza alla Sardegna che sta vivendo una terribile tragedia, una ferita al cuore di tutti gli italiani. Una tragedia che ha spazzato via anni di lavoro, di sacrifici e perfino la storia e l'identità di quei luoghi. Non vi lasceremo soli». Lo ha detto la presidente del Senato Elisabetta Alberti Casellati alla cerimonia del Ventaglio.

Anche i sindacati si espongono

 «Le tragiche immagini che arrivano dalla Sardegna ci lasciano sbigottiti e atterriti. Che ancora nel 2021 per incuria e disattenzione si possa permettere che oltre 20000 ettari brucino in questo modo è inaccettabile e non deve mai più ripetersi. Non è materia sindacale occuparsi delle cause incidentali o dolose della nascita delle fiamme, né quella di valutare le narrazioni giornalistiche che indicavano nel forte vento la causa della loro rapida espansione nelle regioni storiche del Montiferru, della Planargia e del Marghine, ma come Flai nazionale e Flai Sardegna, non possiamo esimerci da alcune dure valutazioni politiche che come ogni anno, sia d'estate che d'inverno, siamo costretti a rilasciare nella costante sordità dei vari livelli istituzionali». Lo dichiarano in una nota congiunta la Flai Cgil nazionale e la Flai Cgil Sardegna.

«L'abbandono - spiegano - dei territori boschivi e periferici del nostro paese, l'incuria dell'ambiente montano, la sottovalutazione dei rischi idrogeologici e degli effetti dei cambiamenti climatici, sono sempre più frequentemente causa della cronaca nera del giornalismo locale e nazionale. La ferita che l'isola oggi si trova a dover curare è figlia di una visione di sviluppo inesistente e nociva per le comunità e la loro prospettiva». «Passeranno decenni - sostengono - prima che le aree coinvolte dalle fiamme potranno essere rivissute come in passato, così come la loro storica vocazione a territori di produzione vinicola, oleicola e zootecnica. Qual è il costo reale di tale perdita? Qual è il costo di aver mandato in fumo il ciclo millenario di rapporto tra le comunità e quei territori? Quali saranno i costi degli interventi di spegnimento e bonifica?». 

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Intervento necessario

«Riteniamo sia urgente intervenire - continuano - per un cambio di direzione rapido e radicale. Dobbiamo immediatamente invertire il trend di abitudine alla tragedia, l'ipotesi per cui gli interventi e i soccorsi sono facilmente esigibili solo dopo i disastri e imporre una cultura della prevenzione e della cura, che senza ombra di dubbio sono mancate in questi anni, in Sardegna e non solo. Non vorremmo cadere nella banalità di dover sottolineare che questo è l'unico pianeta di cui disponiamo ma pensiamo che sarebbe stato banale anche prevenire una tale situazione. È necessario anche mettere a disposizione mezzi efficienti e risorse adeguate agli operai forestali, che con il loro lavoro, in queste ore, fanno fronte all'emergenza. Lavoratori, che lo ricordiamo, attendono il rinnovo del ccnl scaduto da 9 anni».

«Chiediamo a gran voce - sottolineano - sia al governo nazionale che a quello regionale, di avviare un percorso di riforma della cura dell'ambiente e del territorio. Viviamo in un'epoca in cui quotidianamente qualsiasi incontro politico si esprime intorno al tema della sostenibilità e del verde ma la realtà ci dice come si sia ancora molto lontani da una volontà reale di intervento, altrimenti nessuno sarebbe stato costretto a commentare le immagini di questi giorni». «Riteniamo - aggiungono - esistano e siano ben organizzate tutte le strutture atte a prevenire situazioni di questo tipo e che non si possa pensare di assistere a tali tragedie solo perché migliaia di ettari di territorio sono lasciati all'incuria dell'uomo. Nell'esprimere la nostra solidarietà alle comunità coinvolte e nell'impegnarci con la giusta rabbia a percorrere qualsiasi ipotesi affinché tragedie come queste non si verifichino più, auspichiamo che per una volta tanto le istituzioni affrontino seriamente e con coerenza i temi della prevenzione ambientale e dei pagamenti ecosistemici». 

 
 

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