Vuole vedere il padre, Arianna. La figlia di Ilenia Fabbri, uccisa nella sua abitazione a Faenza il 6 febbraio scorso, crede alla sua versione. Quella secondo cui Claudio Nanni avrebbe pagato il 53enne Pierluigi Barbieri solo per mettere paura all'ex moglie, non per toglierle la vita. Una ricostruzione che cozza con la confessione del sicario: «Dovevo eliminarla per 20mila euro e un'automobile», ha raccontato agli inquirenti.
La lettera di Nanni alla figlia Arianna
I due, amici da tempo, la passione comune per le motociclette, sono entrambi in carcere, accusati di omicidio aggravato dalla premeditazione. Nella lettera spedita alla figlia due giorni dopo l'arresto e acquisita dalla procura, l'ex marito di Ilenia Fabbri ammette di avere arruolato l'amico plutipregiudicato ma solo per spaventare la donna in cambio di 2.000 euro.
Non appena ricevuta la missiva, Arianna, 21 anni, ha contattato un legale (l'avvocato Veronica Valeriani) per avviare l'iter di richiesta di colloquio in carcere. La ragazza si è fin qui detta disposta a credere alla versione del padre indicando Barbieri quale unico responsabile dell'omicidio della madre.
La confessione
Il 53enne Pierluigi Barbieri, detto lo Zingaro, di origine cervese ma da tempo domiciliato nel Reggiano ha già reso confessione piena spiegando di essere stato ingaggiato diversi mesi fa dall'amico Nanni per uccidere la ex, colpevole, agli occhi del consorte da cui si era separata nel 2018, di continuare a chiedere soldi del patrimonio coniugale.
Mercoledì la polizia Scientifica di Bologna, su delega del Pm Angela Scorza titolare del fascicolo, ha avviato gli accertamenti dattiloscopici sui 2.200 euro circa trovati a Barbieri al momento del suo arresto nella sua abitazione del Reggiano: lo scopo è quello di cercare eventuali impronte di Nanni anche se lo Zingaro ha detto che quei soldi non c'entrano nulla con l'omicidio.
Oggi inoltre a Roma sempre la Scientifica ha avviato gli esami sul materiale isolato nell'appartamento di via Corbara e sulla Toyota Yaris in uso al Barbieri, ma intestata alla compagna, con cui l'uomo era giunto la mattina dell'omicidio a ridosso dell'abitazione della vittima. Alla vigilia della scadenza dei termini, i due arrestati non hanno presentato ricorso al competente Tribunale della Libertà, quello di Bologna, per chiedere l'attenuazione o l'annullamento delle misure cautelari. Per Barbieri a breve potrebbe profilarsi un interrogatorio in Procura attraverso il quale definire i dettagli della confessione piena resa lunedì scorso nell'interrogatorio di garanzia davanti al Gip Corrado Schiaretti.