Fase 2, altro che mascherine: guanti introvabili e con prezzi alle stelle

Fase 2, altro che mascherine: guanti introvabili e con prezzi alle stelle
di Alessandra Spinelli
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Mercoledì 20 Maggio 2020, 10:16 - Ultimo aggiornamento: 11:06

La dicitura sulla scatola inganna: in questi tempi di coronavirus non sono certo solo per lavori domestici o da meccanico. Al pari delle mascherine - e forse di più visto che, per chi ha fede, accolgono anche il Corpo di Cristo nel sacramento della comunione durante la messa - i guanti sono diventati necessari baluardi contro il contagio, indispensabili compagni della Fase 2 per uscire fuori dalla capanna dove siamo stati rintanati per i mesi del lockdown e quindi, ovviamente, preziosissimi oggetti del desiderio.

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Tanto che la loro presenza sugli scaffali di supermarket e farmacie è diventata rara e il loro prezzo è schizzato alle stelle. Un’indagine di mercato ha rilevato che 5 farmacie su 6 non li hanno più. E in 14 supermercati su 15 gli scaffali sono vuoti. Non solo: dove si trovano in vendita il cartellino ha il segno in su. Ovvero oltre 30 centesimi al paio quando prima si trovavano a 3 centesimi.

L’ALLARME
 A lanciare l’allarme era stato Roberto Tobia, segretario nazionale di Federfarma: «Il prezzo dei guanti, in lattice o nitrile, si è triplicato o quadruplicato negli ultimi mesi dopo l’emergenza Covid-19». Questo, prosegue, «deriva dall’altissimo costo di acquisto pagato dalla farmacia ai fornitori, per il fatto che le materie prime sono aumentate, la richiesta si è moltiplicata per mille e le giacenze di magazzino sono ormai finite». Su tutto ciò l’Antitrust vuole vederci chiaro: per questo ha avviato un’indagine preistruttoria chiedendo a numerosi operatori della grande distribuzione dati sull’andamento dei prezzi di vendita al dettaglio e dei prezzi di acquisto all’ingrosso anche dei guanti oltre che di generi alimentari di prima necessità, detergenti, disinfettanti «al fine di individuare eventuali fenomeni di sfruttamento dell’emergenza sanitaria a base dell’aumento di tali prezzi». I maggiori aumenti si riscontrano in aree non interessate da «zone rosse» o da misure rafforzate di contenimento della mobilità, spiega l’Autorità, non escludendo «fenomeni speculativi».
L’INDAGINE
Di certo, secondo un’indagine svolta da Altroconsumo, su 181 farmacie e parafarmacie e 18 supermercati in 10 città (Bari, Bologna, Padova, Torino, Palermo, Roma, Napoli, Genova, Milano, Firenze) sono stati trovati in soli 32 punti vendita (30 farmacie e 2 supermercati). Il prezzo? 32 centesimi al paio in farmacia, tra i 16 e i 20 centesimi al supermercato (dove però trovarli è attualmente più difficile). Firenze, Palermo, Bari e Milano sono le città in cui si fa più fatica a reperirli. A Bologna e Genova, invece, è più facile trovarli visto che sono negli scaffali di quasi una farmacia su due. E’ il segno dei tempi e della dura legge della domanda e dell’offerta. I guanti monouso vengono quasi tutti realizzati nelle fabbriche del Sudest asiatico, soprattutto da Indonesia, Thailandia e Malesia. Ovvero manodopera a basso costo, nessun controllo ambientale. Come ha scritto Marco Esposito sul Mattino, in tempi normali arrivavano in Occidente 200 miliardi di guanti di cui 7 miliardi destinati all’Italia. Il 31 dicembre 2019 cento guanti da 5 grammi l’uno costavano in fabbrica 2,64 dollari. Nei supermercati italiani il prezzo non raggiungeva i 5 euro a confezione. Oggi il prezzo in Malesia, per esempio, è salito a 4 dollari a confezione, ma ai produttori malesi non conviene più di tanto inviarlo in Italia. Perché? Perché, secondo quanto stabilito dall’articolo 6 del Cura Italia, il governo italiano può requisire la merce per donarla alla Protezione civile e, così come accade per le mascherine, pagare non il prezzo attuale ma quello fissato al 31 dicembre 2019, ovvero 2 dollari e 64 cents invece che 4 dollari. Risultato: importazioni bloccate. O quasi.

LA RETE
Resta infatti internet che non ha confini né dogane e che accoglie a braccia aperte ogni produttore da ogni parte del mondo. Facendo ieri, 19 maggio, una piccola ricerca sulle offerte di Amazon evidenziava una ricca scelta. Ad esempio una scatola da 100 pezzi di guanti in lattice nitrile a 24,99 euro, più 1,99 o due pacchi di Exceart 40 pezzi guanti Medicali a 18,76 o ancora 100 pezzi di guanti monouso particolarmente adatti ai saloni di bellezza a 26,78. Il più venduto? Bmstjk 100 pezzi a 15,45 con spedizione gratuita. Certo ci sono anche quelli più economici in plastica sottile e trasparente a 1,88 - ma la spedizione costa 5 euro - simili a quelli che si trovano al supermercato per prendere la frutta e la verdura. La consegna? Per tutti la finestra è 30 giugno-9 luglio. Insomma su internet guanti a caro prezzo e con il rischio di lunghe attese. Forse si può risparmiare qualcosa sui portali che confrontano i prezzi. Su Trovaprezzi.it, ad esempio, i costi sono decisamente più contenuti ma le spese di spedizioni sono davvero alte. Tanti i prodotti legati alle farmacie. Ad esempio il primo: la farmacia Orlandi, attiva dal 1868 a Napoli, propone una confezioni di un paio di guanti sterili della Safety Spa a 0,25 centesimi. La spedizione è garantita in 24 ore a 4,99 ma è gratuita per ordini superiori ai 90 euro. Non solo: c’è anche un banner che informa cosa fare se il prezzo dovesse scendere. Nel portale ci sono offerte per guanti in lattice, vinile e polietilene a diversi prezzi e grandezze.

L’UTILITÀ
Ma poi sono davvero utili a fermare il contagio? Qui i pareri scientifici sono se non proprio discordanti certamente non allineati. Secondo l’Oms è necessario indossare i guanti in ambito sanitario per ridurre il rischio di passaggio di germi tra operatore e paziente e viceversa. Ma nelle sue severe prescrizioni non ha mai auspicato il loro uso in ambienti diversi da ospedali o ambulatori. L’Istituto superiore di sanità poi indica la necessità di usare i guanti soltanto in ambito commerciale per chi manipola alimenti e fa le pulizie e in ambito sanitario per chi assiste i malati, non solo in ospedale ma anche in casa. E allora? Come mai le Regioni, prima fra tutte il Veneto e il Lazio, hanno obbligato l’uso dei guanti al pari delle mascherine?

LA RICERCA
Perché i guanti e la pulizia delle mani sono importanti quanto le mascherine per evitare il contagio. Lo ha indicato il modello matematico elaborato dall’Istituto israeliano di ricerca biologica, ospitato sul sito medRxiv, che raccoglie i lavori che ancora non hanno passato il vaglio della comunità scientifica. I virus respiratori come il SarsCov2 si diffondono per contatto, goccioline (prodotte con tosse o starnuti, che viaggiano meno di 1,5 metri) e aerosol sospesi nell’aria, che possono infettare una persona una volta che si depositano nelle sue vie respiratorie. In questo caso i ricercatori guidati da Eyal Fattal hanno calcolato che tra il 60 e 80% del virus si trasmette per contatto diretto e il 20-40% attraverso il contatto con superfici, mentre la trasmissione attraverso l’aria, sia con goccioline che aerosol, conta per meno dell’1%.

Il fatto che il contatto sia la principale via di contagio pre-sintomatica, conclude lo studio, suggerisce che le misure igieniche e comportamentali consigliate a livello pubblico dovrebbero concentrarsi sul ridurre la contaminazione delle mani o sul non toccare il viso con le mani. Ma secondo alcuni epidemiologi se i guanti diventano tanto familiari da non sentirli più possono diventare una fucina di germi perché possono indurre a una falsa idea di sicurezza. E a questo proposito c’è da riflettere mentre osserviamo che nei negozi, in chiesa, nei musei e nei parrucchieri sono stati installati dei distributori di gel disinfettante. Come dire sì ai guanti, ma proprio come si fa con le mani, è necessario sanificarli spesso. E una volta usati, via nell’indifferenziata e a lavarsi le mani bene bene.

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