A fare da deterrente c’è solo un cartello che avverte la clientela che è obbligatorio avere il Green pass. Nello stesso foglio appeso alle varie porte di bar e ristoranti c’è anche enunciato l’articolo del decreto legge che impone l’obbligatorietà della carta verde per sedersi all’interno ma nulla più. E già, perché poi nei fatti nessuno controlla. Al massimo c’è qualcuno che chiede: «Ce l’avete il Green pass?». «Sì» risposta di rito ed ecco un bel tavolo apparecchiato per sei al fresco del “ponentino” che esce da un bocchettone dell’aria condizionata. La linea comune sposata dai ristoratori è molto chiara: «Non chiediamo documenti a nessuno». Tradotto: daranno al massimo una sbirciatina ai cellulari mostrati dai clienti ma non andranno oltre. Niente carta d’identità o passaporto per associare i nominativi: «Non siamo sceriffi», dichiarano anche perché non vogliono avere problemi. Sarà forse anche per questo che i tavoli sono pieni. Girando per la città è difficile incontrare locali vuoti. I turisti sono tornati a godersi il Bel Paese, le città non si sono completamente svuotate e così i tavoli si riempono.
Il lavoro è facilitato anche dal fatto che, grazie ai nuovi dehors, tutti ormai posseggono uno spazio all’esterno dove il Green pass non è necessario.
Piscine e palestre
Un discorso molto simile fatto da alcuni titolari di piscine e palestre che approfittando del mese estivo e del crollo degli iscritti ha abbassato la saracinesca. Chi è rimasto però controlla con rigore. All’Aventino Nuoto entrano tutti con borsa e cellulare in bella mostra. «Controlliamo tutti. Abbiamo scaricato l’applicazione e non abbiamo avuto problemi. Abbiamo rimandato a casa solo due clienti ma solo perché avevano dimenticato di portalo, hanno risolto facendoselo stampare in farmacia», ci racconta Elena della segreteria. Nelle palestre il problema è per gli abbonamenti annuali visto che il Green pass non ha una scadenza così lunga. Qualche problema in più per i musei dove ieri mattina si sono presentati diversi turisti impreparati e si sono registrate code lunghissime. A Roma, la fila per il Colosseo è stata di circa 45 minuti nella prima parte della mattinata, ma è diventata di un’ora e mezza per quelli che si sono messi in fila alle 11.30, mentre alle 13 non era più calcolabile perché lunga 350 metri, su due corsie. Al Pantheon, fila di 40-45 minuti, idem a Pompei nelle prime ore della mattina. Molto organizzato invece il servizio ai Musei Vaticani, dove le persone con prenotazione hanno fatto in tutto 10 minuti di fila.
I parchi a tema, invece, dopo la pioggia di disdette delle settimane precedenti sono corsi ai ripari per non vedersi decimare la clientela: tamponi all’ingresso gratuiti per chi non è in regola. Altri ancora hanno optato per un braccialetto da consegnare solo a chi ha la Carta verde, gli altri possono entrare lo stesso ma con delle limitazioni.