Il green pass per i Musei diventa palcoscenico di polemiche. E' il Museo Egizio di Torino a farne le spese, finendo nel "tribunale" dei social. A far scattare la bagarre a suin di post al vetriolo è stato l'annuncio da parte della direzione dell'istituzione (sotto la guida di Christian Greco, egittologo impegnato nel G20 della Cultura a Roma) che diventa obbligatorio dal 6 agosto presentare il certificato vaccinale per visitare il patrimonio di mummie, statue e reperti dall'antico Egitto. Subito sono piovuti gli insulti social. Per alcuni è una «vergogna questo paese».
Green pass, Ministero Cultura: «Dal 6 agosto anche per i musei, al G20 consenso sulla regola»
Green pass, il Museo Egizio annuncia l'obbligo
Tutto è scattato dalla comunicazione ufficiale che dal 6 agosto serve il Green Pass per visitare mummie, papiri e sfingi, e sui social si scatena la polemica.
Le altre strutture
Gli stessi Musei Vaticani hanno già lanciato dal proprio sito web le nuove regole d'ingresso, con Green pass alla mano. Tra i tanti commenti dei favorevoli, c'è chi si scaglia contro l'«eterna dittatura» e parla della carta verde come della «vergogna di questo paese». «Il corpo è mio e decido io quello che cazzo farne», scrive una ragazza. E c'è persino chi si augura un calo dei visitatori: «Molto male, peccato, volevo venire, mi accontenterò delle immagini on line - è un commento - spero si riducano i visitatori...». «Discriminazioni nella scuola e anche nella cultura ora... E' molto triste», si legge ancora. E sulle polemiche è intervenuto anche il candidato sindaco di Torino del centrosinistra, Stefano Lo Russo. «Non è tempo delle ambiguità. Il Museo Egizio di Torino ha scelto di tutelare i suoi visitatori e il Green Pass tutela tutti». «I musei vanno aperti, non chiusi come invocano i No Vax», aggiunge l'aspirante primo cittadino.
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