Montecatini, figlia di un oligarca russo (colpito dalle sanzioni) compra il Grand Hotel: affare da 30 milioni

Cittadina russa (originaria di Kazan) e residente a Londra, a differenza del padre lei non risulta raggiunta da alcun provvedimento ed è a capo della società Kib Holding

Montecatini, figlia di un oligarca russo (colpito dalle sanzioni) compra il Grand Hotel: affare da 30 milioni
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Martedì 10 Maggio 2022, 19:22

La nuova proprietaria del Grand Hotel & La Pace di Montecatini Terme è Karina Boguslavskaya, 31enne russa figlia del deputato della Duma Irek Borisovich Boguslavsky, uno dei parlamentari russi raggiunti dalle sanzioni dell'UE. Si tratta di uno storico e blasonato 5 stelle della città termale in provincia di Pistoia, costruito nel 1870 e frequentato nella sua lunga storia tra gli altri da D'Annunzio, Puccini e Toscanini.

Cittadina russa (originaria di Kazan) e residente a Londra, a differenza del padre lei non risulta raggiunta da alcun provvedimento ed è a capo della società Kib Holding, realtà che ha sede a Imola (Bologna), a cui è passata la proprietà del Grand Hotel. Un'operazione da decine di milioni di euro. Suo padre Irek è entrato nella black list dell'Unione europea per aver votato l'appello della Duma «al presidente della Federazione russa Vladimir Putin sulla necessità di riconoscere la Repubblica popolare di Donetsk e la Repubblica popolare di Luhansk», e per aver «pertanto sostenuto azioni e attuato politiche che compromettono l'integrità territoriale, la sovranità e l'indipendenza dell'Ucraina».

Gli ospiti d'onore dell'albergo

Il lussuoso albergo è attualmente chiuso ma nel corso della sua storia ultracentenaria ha ospitato numerosi clienti russi insieme a tanti nomi illustri, dai re d'Italia ai principi di Monaco, dallo scià di Persia ai Rothschild e al re d'Arabia Saudita Ibn Saud fino a Christian Dior, che proprio qui morì, colpito da un infarto dopo una partita di canasta. La Toscana si conferma meta rinomata per i russi, qui sono stati "congelati" anche alcuni beni, dalla villa Lazzareschi sulla colline di Capannori (Lucca), di proprietà del membro della Duma di Stato Oleg Savchenko finito nella black list europea, al grande yacht Sheharazade, il 140 metri ormeggiato a Marina di Carrara (Massa Carrara), considerato riconducibile a figure vicine allo stesso Vladimir Putin.

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A Forte dei Marmi (Lucca) rischia invece la chiusura l'hotel di lusso La Datcha legato alla famiglia di Oleg Tinkov, il magnate russo che ha preso posizione contro Putin per l'attacco all'Ucraina, e che non è sottoposto ad alcuna limitazione patrimoniale.

L'amministratrice della struttura alberghiera Roberta Buzzi ha scritto una lettera al sindaco della città versiliese Bruno Murzi, a Federalberghi e all'associazione Bagni per chiedere aiuto perché «la banca ha deciso di interrompere tutti i rapporti in corso con effetto immediato: le società hanno cercato di instaurare nuovi rapporti di conto corrente con altre banche, trovando però un rifiuto».

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