Julia Alvarez, chi è l'ideatrice della Giornata mondiale contro la violenza sulle donne: perché ricorre oggi

Dopo "Il Tempo delle Farfalle", Alvarez ha scritto altri romanzi, molti influenzati dalle esperienze da lei vissute in prima persona

Julia Alvarez, l'ideatrice della giornata mondiale contro la violenza sulle donne. Ecco perché ricorre oggi
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Giovedì 25 Novembre 2021, 18:15 - Ultimo aggiornamento: 21 Febbraio, 09:24

Oggi si celebra la Giornata Internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne la sua istituzione giuridicamente si deve all'Assemblea generale delle Nazioni Unite, tramite una risoluzione il 17 dicembre 1999. Il 7 febbraio successivo, invece, è stata ufficialmente fissata come data quella del 25 novembre. La scrittrice Julia Avarez giocò però un ruolo molto importatissimo portanto alla conoscenza del grande pubblico il giorno dell'assassinio delle sorelle domenicane Mirabal, uccise proprio il 25 novembre, diffondendo così il primo simbolo di questa giornata.

La storia de 25 novembre

Già nel 1981, 40 anni fa, un discreto numero di attivisti del gruppo Encuentros femminista aveva scelto la data del 25 novembre come data simbolo della lotta contro la violenza su le donne, ma fu Julia Alvarez a far conoscere nel mondo la storia di Patria, María Argentina Minerva e Antonia Mirabal assassinate oggi sessantun anni fa.

A loro storicamente si deve l'istituzione della Giornata contro la violenza sulle donne. L'omicidio delle giovani, avevano infatti tra i 25 e i 26 anni, fu ordinato dal dittatore dominicano Rafael Trujillo. Tutte e tre erano impegnati nel contrasto all'attività politica di "el Jefe", il generale della Repubblica Dominicana.

Il romanzo

Alla loro storia si ispirò il romanzo di Julia Alvarez, "Il Tempo delle Farfalle", uscito nel 1994. Europa e Stati Uniti vennero così per la prima volta a conoscenza del movimento di resistenza delle tre donne contro il dittatore dominicano Trujillo. Così si diffuse un movimento che oggi illumina di rosso, il segno della campagna di sensibilizzazione per l'eliminazione della violenza contro le donne, le città e le piazze d'Italia e del resto del mondo.

«Sono cresciuta ossessionata da quella storia. Noi e i Mirabal, famiglie di sole figlie, ma noi eravamo le sorelle sopravvissute, loro erano la nostra ombra e quello che avrebbe potuto succederci se fossimo rimaste», racconta Alvarez. «Mio padre faceva parte della stessa rete underground, ma di una diversa cellula. Scappammo nell'agosto di quell'anno, io avevo 10 anni, e tre mesi dopo le sorelle Mirabal morirono per liberare il nostro paese», prosegue ancora intervistata dall'Ansa. «Sentivo che qualcuno doveva raccontare la loro storia. Quando seppi che c'era un'altra sorella sopravvissuta, e che, come me, era la secondogenita di quattro, sentii che a farlo dovevo essere io», conclude la scrittrice che oggi vive in Vermont.

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L'attenzione dell'Onu per la storia delle sorelle Mirabal

La madre di Alvarez riscì a far arrivare il romanzo all'attenzione dell'Onu. Lavorava infatti pro bono alla missione dominicana e portò in Terza Commissione, quella che si occupa di diritti umani, diverse copie del libro. Quindi, nel 1999, arrivò la bozza di risoluzione istitutiva della Giornata.

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Biografia di Alvarez

Dopo "Il Tempo delle Farfalle", Alvarez ha scritto altri romanzi, molti influenzati dalle esperienze da lei vissute in prima persona. L'ultimo, "Aldila'" appena pubblicato in Italia da Black Coffee, racconta la storia di Antonia Vega, ex insegnante come lei, in un college del Vermont, la cui vita subisce una brusca virata quando improvvisamente l'adorato marito Sam muore per un'aneurisma all'aorta.

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