Assolto gioielliere che uccise due rapinatori a Ercolano: il fatto non costituisce reato

Da sinistra Bruno Petrone e Luigi Tedeschi
3 Minuti di Lettura
Mercoledì 26 Ottobre 2022, 18:50 - Ultimo aggiornamento: 24 Febbraio, 21:15

Assolto gioielliere che sette anni fa uccise due rapinatori. La prima sezione penale del Tribunale di Napoli (giudice Antonia Napolitano Tafuri) ha assolto - perché il fatto non costituisce reato - il gioielliere Giuseppe Castaldo che, il 7 ottobre 2015 a Ercolano (Napoli), armato di pistola legalmente detenuta, fece fuoco contro due componenti una banda di rapinatori, Luigi Tedeschi e Bruno Petrone, uccidendoli sul colpo. La Procura di Napoli (procuratore aggiunto Raffaello Falcone, sostituto procuratore Ernesto Sassano) aveva chiesto l'archiviazione e, durante il dibattimento, l'assoluzione di Castaldo.

Minacciato dai rapinatori armati

Da sinistra Bruno Petrone e Luigi Tedeschi

Nel corso dell'udienza iniziata intorno alle 15, hanno discusso prima l'avvocato di parte civile Renato D'Antuono e l'avvocato dell'imputato Maurizio Capozzo, che ha chiesto l'assoluzione sottolineando che Castaldo ha agito per legittima difesa.

Sulla vicenda, che destò scalpore e polemiche, intervenne anche l'allora segretario della Lega Matteo Salvini che si schierò con l'imputato: «Io sto con il gioielliere», scrisse sui social il neo ministro delle Infrastrutture del Governo guidato da Giorgia Meloni. Castaldo (difeso dall'avvocato Maurizio Capozzo e finito sotto processo per eccesso di legittima difesa), quel giorno, aveva appena prelevato cinquemila euro da un istituto di credito nei pressi degli Scavi di Ercolano quando i due banditi, in sella a uno scooter e armati di una pistola finta ma senza il tappo rosso di riconoscimento, gli ordinarono di consegnare il denaro.

A quel punto Castaldo tirò fuori la sua pistola e sparò mentre i malviventi lo tenevano sotto il tiro della loro. Entrambi morirono sul colpo.

Le indagini furono affidate ai carabinieri di Torre del Greco (coordinati dai sostituti procuratori Pierpaolo Filippelli e Raffaello Falcone, entrambi oggi attualmente procuratori aggiunti). I quattro complici di Tedeschi e Petrone (membri di una banda di professionisti) furono identificati e arrestati in breve tempo: si tratta di Salvatore Esposito, Antonio Corvo, Addolorata Esposito ed Ernesto Labagnara. Il processo con rito abbreviato a loro carico si concluse, un anno dopo i fatti, con la condanna a sei anni di reclusione per tutti gli imputati. Il sistema di video sorveglianza dell'istituto di credito dove il gioielliere si era recato, ripresero sia i due rapinatori che il «palo». Una telefonata di quest'ultimo ai complici dette il via alla rapina finita in modo tragico.

© RIPRODUZIONE RISERVATA