La chiamata arriva da un numero sconosciuto. «Sono un ginecologo», dice alle donne che rispondono. Poi l’interlocutore dimostra di essere a conoscenza di tutta una serie di informazioni intime. Riservate. Dati sensibili insomma. Alla fine la proposta: una visita in videochiamata. Noemi, 24 anni, studentessa pugliese, il primo novembre è stata molestata al telefono in questo modo. Via social ha raccontato la vicenda, poi ha lanciato l’appello: se è successo anche a voi denunciate. Su Instagram e Facebook con l’hashtag #nonseisola, il messaggio lanciato da Noemi, ha fatto emergere numerose storie simili: i casi segnalati alla 24enne in queste ore sarebbero 250 in tutta Italia, soprattutto in Puglia. Per questo la procura di Lecce ha aperto un’inchiesta.
LA TESTIMONIANZA
«Si è presentato con il nome di Francesco Licante o Lirante e mi ha contattato per un’infiammazione ginecologica, che non sapevo di avere – ha raccontato la giovane su Instagram – Diceva di essere del Counseling center dell’ospedale di “Tricase” in provincia di Lecce».
LA RICERCA
Una ricerca sul web e alcune chiamate all’ospedale di Tricase hanno svelato la falsa identità dell’uomo. L’email e i contatti forniti non erano istituzionali. Quando la 24enne lo ha ricontattato il truffatore si è negato. Alla fine è scomparso. «Sono stata così ingenua da dargli l’occasione di divertirsi con il mio corpo, ma questo tizio potrebbe ingannare qualcuno che è più ingenuo di me: una minorenne, vostra sorella, vostra madre, qualsiasi altra donna».
Dopo la denuncia ai carabinieri, sui social Noemi è stata contattata da numerose altre vittime. Ognuna le raccontava dinamiche simili. Storie del tutto sovrapponibili. Alcune delle ragazze sarebbero riuscite a riprendere il molestatore, ma molte non si sono ancora rivolte alle forze dell’ordine. «Perché pensavano fosse uno scherzo, perché hanno paura, perché proprio chi hanno accanto le ha accusate di stupidità», ha scritto la 24enne in un post.
Adesso a volerci vedere chiaro sono inquirenti e investigatori. È in corso un’inchiesta anche sulla diffusione dei dati personali delle donne: l’uomo potrebbe aver hackerato i database di numerosi ospedali e laboratori di analisi. Dalle indagini della Polizia Postale e della Procura stanno emergendo dettagli inquietanti: l’uomo starebbe agendo da agosto e avrebbe adescato anche delle minorenni. Adesso occorre dargli un nome e un cognome vero.