Era una riservata signora di Genova di 96 anni. L'archetipo dell'understatement genovese. È scomparsa il 9 dicembre scorso dopo aver preparato ogni cosa, persino il proprio necrologio. Vi salutava gli affetti di sempre, ringraziava i medici, e ricordava «la lunga schiera» di ex allievi. Perché fino alla pensione Marisa Cavanna era stata professoressa di Lettere. La particolarità, secondo quanto ricostruito dall'ANSA, è che nel testamento ha lasciato in beneficienza circa 25 milioni di euro a 16 enti, molti sul territorio genovese, come l'ospedale Gaslini. O il Galliera, cui va anche una prestigiosa villa. Non si conosce la provenienza esatta dei beni della «signorina Cavanna», come la chiamava un amico di vecchia data, ma si ipotizza siano state sostanze di famiglia. Nel testamento, del resto, parla alla nipote della «nobile famiglia Contarini da cui discendiamo».
Chi la conosceva ne ricorda l'estrema riservatezza e ritrosia ad apparire, in particolare in atti di beneficienza «da fare e di cui non parlare».
Oltre alla beneficenza, il lascito Cavanna comunque ricorda generosamente anche la nipote (figlia del fratello), la badante di anni (3,7 milioni) e vari amici, incluso uno, che ne è curatore testamentario. Ancora dopo 30 anni di conoscenza le dava del lei ed è rimasto piuttosto stupito dell'eredità ricevuta. «È un atto di generosità che non vorremmo fosse raro, un segno di affetto alla città, alle sue istituzioni», ha commentato il direttore generale dell'ospedale Galliera di Genova, Adriano Lagostena. «È un segnale importante, in un momento difficile in cui la gente tende a chiudersi a guardare con sospetto il vicino di casa - sottolinea anche Lagostena -. Questo è un segnale di tangibile efficacia. L'atto del donare è sempre una cosa che ci stupisce, quando è fatto da una persona anziana che ha vissuto in un mondo magari protetto, di un certo livello, però ha deciso di donare il suo patrimonio alla comunità è un fatto positivo».
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