«Da tempo abbiamo registrato un allarmante ritorno del consumo di droghe nel nostro Paese e più in generale in Europa. La posizione centrale nel Mar Mediterraneo e la conformazione geografica di oltre ottomila chilometri di coste fanno dell'Italia una delle principali porte di ingresso per le sostanze stupefacenti destinate al mercato europeo», afferma Gabrielli in una intervista a Famiglia Cristiana. «La rotta balcanica, in particolare, con le sue diverse diramazioni attraverso Iran e Turchia, continua a essere considerata la principale direttrice mondiale per il traffico di oppiacei in Europa. Infine, lo specchio d'acque ionio-adriatico si rivela un hub strategico per l'importazione all'interno dei confini europei di cocaina ed eroina. Sempre più consistenti sono, inoltre, i sequestri di droghe sintetiche che da tempo costituiscono un nuovo filone di guadagno per le organizzazioni criminali e nuovi appaiono essere anche i canali di approvvigionamento e di distribuzione».
Le più recenti indagini di Polizia, spiega Gabrielli, documentano il cambiamento di un mercato in continua evoluzione: «Le grandi organizzazioni criminali e i piccoli spacciatori hanno scoperto le grandi potenzialità offerte dalle rete internet. Abbiamo intercettato, specie nel deep web, o dark web, aree virtuali in cui i trafficanti, garantiti da software che rendono "anonimi", propongono black market per la vendita di sostanze stupefacenti, precursori e farmaci dopanti».
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