Abita a Croce Mosso, una frazione del comune di Valdilana, in provincia di Biella. L’ingegnere Enrico Perocchio, da ieri in carcere per la tragedia della funivia del Mottarone, si è trasferito in quel paesino di 862 abitanti solo qualche anno fa. Cinquantuno anni, giocatore di calcetto e appassionato di pallacanestro, Perocchio è originario di Torino. Le accuse mosse dalla Procura di Verbania derivano dal fatto che l’ingegnere ha svolto l’incarico di consulente esterno e direttore di esercizio per le Ferrovie del Mottarone.
Laurea al Politecnico di Torino, per lavoro Perocchio è sempre in trasferta, ma ogni fine settimana torna nel Biellese per riprendere il fiato e per trascorrere giornate tranquille.
Perocchio è iscritto all’ordine degli ingegneri di Biella e ha sempre lavorato per grandi gruppi. Chi lo conosce lo definisce un «professionista scrupolosissimo». Nei giorni scorsi è stato convocato dai carabinieri come persona informata sui fatti per la tragedia del Mottarone. È arrivato alla caserma di Stresa intorno a mezzanotte ed è rimasto in attesa. Non è stato sentito da nessuno: alle 3 di notte, dopo le dichiarazioni fatte dal caposervizio dell’impianto, Gabriele Tadini, gli è stato notificato il decreto di fermo ed è stato portato in carcere.