Fulmini, mille morti all'anno: agosto è il mese più pericoloso. Roma tra le zone a rischio , ecco la mappa

In Italia cadono in media circa 1.600.000 fulmini all’anno, soprattutto nei mesi di luglio e agosto

Fulmini, agosto è il mese in cui ne cadono di più: Roma e i laghi in Lombardia le zone più a rischio. Come proteggersi
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Giovedì 11 Agosto 2022, 12:52 - Ultimo aggiornamento: 13:11

Torna il maltempo nel nostro paese nella settimana di Ferragosto e con questo anche il rischio fulmini. I temporali estivi, a differenza delle piogge invernali, spesso sono episodi brevi ma molto violenti che possono essere accompagnati da intense attività elettriche.

Non a caso agosto e luglio sono i mesi in cui il rischio fulmini è più alto: come si legge nel sito dell'Iss, in Italia cadono in media circa 1.600.000 fulmini all’anno, la maggiorparte nei mesi di luglio e agosto. E il rischio per le persone aumenta, anche perchè si tratta di mesi in cui le persone trascorrono molto tempo all'aperto, in spiaggia o in montagna ed è più facile essere sorpresi da un improvviso temporale senza avere riparo. 

 

Mille morti all'anno nel mondo 

Solo pochi giorni fa l'8 agosto invece a Soverato (Catanzaro) un fulmine si è abbattuto sulla spiaggia colpendo una famiglia di 4 persone: grave il padre, mentre il figlio di 6 anni, la moglie e la suocera hanno riportato ferite più lievi. Ieri invece, 10 agosto, un uomo di 44 anni è rimasto vittima di un fulmine mentre tornava a casa ad Agrigento. In Italia però non esistono studi relativi al numero di vittime causate ogni anno dai fulmini. 

Negli Stati Uniti alcune ricerche stimano che i i fulmini uccidono fra 50 e 100 persone all’anno, con una media di 82.

Nel 2004, sono morte 32 persone, mentre nel 2005 i decessi confermati sono stati 43. Nel mondo invece si stima che le vittime dei fulmini siano circa 1000 all'anno, soprattutto nei paesi in via di sviluppo, Sud Africa, India, Nepal, Bangladesh. 

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Fulmini in Italia: Roma e laghi lombardi le zone più a rischio 

Secondo le rilevazioni storiche, le aree più colpite dai fulmini in Italia sono il Friuli, la regione dei laghi lombardi, la zona di Roma e in genere i rilievi prealpini e appenninici. Comunque, più in generale, non ci sono in Italia zone esenti dal rischio dei fulmini. Particolarmente esposti sono le aree di montagna, le spiagge, il mare, gli alberi isolati e i campi aperti. Le vittime più comuni sono infatti escursionisti, bagnanti, agricoltori, pastori e giocatori di golf.   

Che succede se si viene colpiti?  

Una persona può essere colpita da un fulmine in due modi:  per fulminazione diretta se il fulmine si scarica direttamente sul soggetto, indiretta se la scarica elettrica si trasmette al soggetto attraverso il terreno o l'acqua. Se si viene colpiti da un fulmine le ferite riportate riguardano soprattutto ustioni (fino al terzo grado) soprattutto nel punto dove si è estati colpiti. Il 20-30% delle persone colpite muore, la maggiorparte per arresto cardio-respiratorio nel momento in cui la scarica attraversa il corpo. 

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Fulmini, cosa fare per prevenirli: uscire dall'acqua, cercare riparo, accovacciarsi 

Se si viene sorpresi da una tempesta quando ci si trova all'aperto le prime regole di sicurezza è trovare un riparo, possibilmente in un edificio o all'interno di un'auto. Bisogna ricordare di non ripararsi mai sotto un albero (soprattutto se isolato).  Se si è in acqua, piscina o mare, uscire immediatamente dall'acqua. La regola è cercare di non stare vicini ad ampi spazi aperti o colline isolate. In caso di impossibilità di ripararsi accovacciarsi a terra con le ginocchia unite, la testa bassa e le mani sulle orecchie. Importante non distendersi a terra ma rimanere accovacciati. 

Perchè durante un temporale non si può fare il bagno al mare

La prima regola se scoppia un temporale quando si è in spiaggia è uscire dalll'acqua e cercare riparo. L'acqua di mare è infatti un ottimo conduttore di elettricità. Ciò consente all'elettricità di disperdersi nell'acqua anche in luoghi lontani dalla caduta del fulmine, anche a 1 km di distanza. 

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