Malika cacciata di casa perché omosessuale: Procura di Firenze apre inchiesta per violenza privata

Malika cacciata di casa perché omosessuale: Procura di Firenze apre inchiesta per violenza privata
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Domenica 11 Aprile 2021, 15:47 - Ultimo aggiornamento: 8 Maggio, 19:59

Cacciata perché lesbica: i genitori hanno già cambiato la serratura di casa perché la figlia ha confessato di essere innamorata di una ragazza. E guai a lei se si avvicina a qualcuno della famiglia: «Se torni ti ammazziamo, meglio 50 anni di carcere che una figlia lesbica», le ha detto sua madre in uno dei molti messaggi audio. E ora per Malika, 22 anni, di Castelfiorentino, una quarantina di chilometri da Firenze, si muove la Procura. Il pm Giovanni Solinas della procura di Firenze, nei giorni in cui si discute animatamente sul Ddl Zan, ha aperto un fascicolo sul caso. Gli inquirenti, recuperata una relazione dei carabinieri risalente ad alcuni mesi fa, ipotizzano ora il reato di violenza privata.

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Sono già passati tre mesi da quando la giovane si è ritrovata di fatto senza un tetto, senza la possibilità di avvicinarsi alla casa della sua famiglia nemmeno per prendere i vestiti.

Malika: «Non sono io quella che si deve vergognare. Non sono io a non essere normale. Non normale è picchiare un figlio o insultarlo per quello che è, non normale è prendersela con qualcuno solo perché è omosessuale». 

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Sulla vicenda è intervenuto anche il sindaco di Castelfiorentino Alessio Falorni, lanciando via Fb un appello alla giovane perchè si metta in contatto con lui «al più presto possibile perché tenterò con tutti i mezzi a mia disposizione di darle una mano. Non permetterò mai che a Castelfiorentino una persona possa essere discriminata in questo modo, cacciata di casa e trattata come un reietta solo perché innamorata di una persona dello stesso sesso. Ci sono dei valori e dei princìpi che vanno garantiti e difesi».  

«L'odio e la violenza che i familiari hanno rivolto alla ragazza sono raccapriccianti e dimostrano che non c'è più tempo da perdere: il Ddl Zan va approvato», affermano in una nota congiunta i tre parlamentari toscani del Pd Caterina Biti, Dario Parrini e Luca Lotti. L'assessora della Regione Toscana alle pari opportunità Alessandra Nardini ha promosso un appello a sostegno del ddl Zan in cui si auspica una rapida e definitiva approvazione in Senato: «Il disegno di legge Zan contiene misure di prevenzione e contrasto della discriminazione e della violenza per motivi legati al sesso, al genere, all'orientamento sessuale, all'identità di genere e alla disabilità. Si tratta di un disegno di legge caratterizzato da un approccio integrato al fenomeno delle discriminazioni e delle violenze, che non si limita ad un intervento di carattere penale ma affianca ad esso strategie di prevenzione, contrasto e sostegno alle persone che le subiscono».

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