I medici italiani chiedono "di continuare a fare i medici. Per questo chiediamo al legislatore, che sarà chiamato a normare questa delicatissima materia, di sollevarci dal compito finale, affidando l'estremo atto, quello della consegna del farmaco, a un "pubblico ufficiale", a un funzionario individuato per questo ruolo". A parlare è Filippo Anelli, presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e Odontoiatri (Fnomceo).
"Nel merito, non possiamo che ribadire la nostra posizione - prosegue Anelli - è chiaro, ed esposto dall'articolo 3 del Codice di Deontologia Medica, il principio fondamentale su cui regge la nostra professione: Dovere del medico è la tutela della vita, della salute fisica e psichica dell'uomo e il sollievo dalla sofferenza nel rispetto della libertà e della dignità della persona umana".
Ovviamente, lo storico pronunciamento piomba, con effetto immediato, in Parlamento richiamando sulla necessità di scrivere una legge per sanare il vulnus: M5s e Pd provano ad accelerare, chiamati al difficile compito di trovare un punto di mediazione nel rispetto delle diverse sensibilità all'interno dei partiti.
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