Umilia la figlia anoressica: «Fai schifo». Padre padrone condannato a 30 mesi per maltrattamenti

Umilia la figlia anoressica: «Fai schifo». Padre padrone condannato a 30 mesi
di Giacomo Nicola
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Lunedì 9 Agosto 2021, 07:24 - Ultimo aggiornamento: 15:15

«Sei un mostro, fai impressione». Lei stravedeva per suo padre e avrebbe fatto di tutto per rimanere la sua bambina. Lui invece non faceva che umiliarla per la sua condizione. Nel 2008, a 16 anni, si era ammalata di anoressia. Il suo corpo si era trasformato, fino a pesare 35 chili. Nonostante la sua condizione fosse dovuta a una malattia, lui aveva continuato a mortificarla. «Sei pazza». Violenze psicologiche andate avanti per anni. Ogni volta che lei si avvicinava per abbracciarlo, lui l'allontanava: «Sei un mostro». La spingeva via, rinfacciandole di essere troppo magra: «Guardati, fai impressione». Allo stesso tempo però non esitava a sfruttare l'amore incondizionato che la giovane aveva nei suoi confronti «per chiederle favori». Per il Tribunale di Torino i suoi atteggiamenti configurano un reato ben preciso: maltrattamenti in famiglia. L'uomo, un torinese di 65 anni, è stato quindi condannato a due anni e sei mesi di reclusione. Non solo ha infierito contro la figlia anoressica, ma anche contro la moglie: vittima di abusi psicologici e fisici. È stata la donna, nel 2019, a denunciarlo ai carabinieri. Una decisione non facile, condivisa dalla figlia maggiore di 29 anni, l'unica capace di tenere testa a un padre aggressivo e con problemi di alcol.

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LA SVOLTA
La svolta è arrivata lo scorso 30 giugno.

L'uomo, che da qualche mese era tornato a vivere dalla madre, si è infatti presentato nella casa coniugale. Aveva con sé una pistola. Prima l'ha puntata contro la moglie, poi ha minacciato di uccidersi. Alla fine se n'è andato, ma prima ha chiuso la figlia maggiore nell'appartamento. È stato dopo quest'ultimo episodio, che madre e figlia hanno chiamato i carabinieri. Il padre padrone è stato arrestato per porto abusivo di arma. In quel momento è venuto fuori che già mesi prima la moglie lo aveva denunciato, dopo essere finita in ospedale perché lui l'aveva aggredita.

Le indagini del pm Marco Sanini hanno portato alla luce quello che il giudice ha definito «un regime di vita particolarmente penoso, caratterizzato da notevoli sofferenze morali e fisiche».
In aula, la moglie e le figlie di 29 e 27 anni hanno descritto nei dettagli dieci anni di umiliazioni. «Temevo di perdere l'affetto di mio padre se fossi cresciuta, se non fossi più stata la sua piccolina», ha raccontato la parte lesa che oggi è una donna e nel 2010, quando la vicenda venne alla luce, appena una ragazzina agli investigatori che hanno condotto le indagini. Un padre prevaricatore, incapace di confrontarsi in famiglia, così lo hanno definito. Un uomo che si nascondeva dietro a bugie e menzogne e che aveva portato tutti sul lastrico. I problemi più grandi riguardavano però la figlia minorenne.

Era stato lui prima a denigrarla, spingendola verso il baratro dell'anoressia. «Non sei più la mia bambina, pesi troppo». Derisioni sul suo aspetto. Così lei aveva smesso di mangiare. Poi la diagnosi: anoressia. Il padre però negava la malattia. Aveva persino rifiutato l'incontro con medici e psicologi. «Sono solo deficienti e incapaci». Intanto, in casa, continuavano le umiliazioni. «Fai schifo, sei un mostro». Atteggiamenti che a modo suo durante il processo ha provato a giustificare. «Volevo solo spronarla a reagire». Ma per il giudice, che lo ha condannato, «ha agito con la consapevolezza di imporre alla moglie e alla figlia un regime di vita che le stesse non potevano sopportare».
 

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