Fidanzati uccisi a Lecce, il killer agli psichiatri: «Avevo l'istinto di uccidere durante i turni in ospedale»

Fidanzati uccisi. «Avevo l'istinto di uccidere durante i turni in ospedale»: in carcere le verità dell'assassino di Eleonora e Daniele
2 Minuti di Lettura
Martedì 13 Ottobre 2020, 20:12 - Ultimo aggiornamento: 21:47

«Istinti omicidi anche durante i turni di tirocinio in ospedale tenuti nei corsi di Scienze infermieristiche». Non un sentimento isolato, dunque, ma una pulsione reiterata nel tempo prima di passare all'azione. Lo ha rivelato l'omicida reoconfesso Antonio De Marco, 21 anni, di Casarano, nel corso dei colloqui tenuti in questi giorni in carcere con gli psichiatri, gli psicologi ed il cappellano. Una serie di colloqui mirati a fare luce sulla mattanza che ha sconvolto il Salento e su cui restano molti aspetti poco chiari.

 

Uno tra questi è frase "la caccia al tesoro", presente sugli appunti del killer. Una frase sinora rimasta senza risposta. Dalla casa di Daniele De Santis e di Eleonora Manta - a quanto si apprende - il killer avrebbe infatti voluto portare via qualcosa. Un oggetto simbolico. La prova dell'efferato omicidio consumato la sera del 21 settembre quando li ha ammazzati con 75 coltellate nella loro abitazione di via Montello, a Lecce, dove i due giovani erano appena andati a convivere.

Video


Nonostante la difficoltosa ricostruzione che via via viene fuori dai colloqui, Antonio De Marco non sembra ancora determinato a rivelare il movente del suo folle gesto, o per meglio dire la ragione della scelta della sfortunata coppia di giovani fidanzati con cui aveva convissuto per qualche tempo e con cui non c'era stata alcuna frizione evidente.

E tantomeno il killer sembra per ora disposto a chiarire la gran parte del contenuti dei cinque foglietti di bloc notes persi durante la fuga. Proprio quei foglietti che hanno permesso agli inquirenti di stringere il cerchio attorno a lui.

© RIPRODUZIONE RISERVATA