Fase 2 uffici, cosa cambia: termoscanner, stazioni di igienizzazione e smart working a scelta

Fase 2 uffici, cosa cambia: termoscanner, stazioni di igienizzazione e smart working a scelta
di Michela Allegri
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Lunedì 18 Maggio 2020, 08:53 - Ultimo aggiornamento: 9 Giugno, 17:50

Termoscanner all'ingresso, aree di igienizzazione, barriere tra postazioni, applicazioni sui cellulari che consentano di chiamare l'ascensore a distanza. E ancora: aziende simili ad ospedali, open space modulabili, huddle rooms, numeri ridotti e smart working a scelta. Ecco come potrebbero essere riorganizzati gli uffici post Coronavirus. Gli spazi dovranno essere studiati in modo da consentire il distanziamento sociale ed evitare occasioni di assembramento. E fino a quando l'emergenza non sarà terminata, dovrebbe essere obbligatorio indossare la mascherina. Di certo, la pandemia cambierà per sempre il nostro modo di vivere in ufficio e, soprattutto, i luoghi di lavoro.

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Sostenibilità, nuove priorità per le aziende

Il telelavoro non verrà abbandonato. Il Guardian, per esempio, spiega che Twitter ha già comunicato ai dipendenti che gli accordi di smart working stipulati durante la pandemia diventeranno definitivi: nessuno sarà obbligato ad andare in ufficio, ma si tratterà di una libera scelta. E la stessa cosa ha deciso il colosso inglese di telecomunicazione, BT: anche in questo caso il personale potrà scegliere se tornare nei call center o continuare a lavorare da casa. Di certo, anche gli spazi di lavoro verranno riorganizzati. Il team di architetti di D2U (Design to Users), ha spiegato in un podcast come potrebbero essere progettate le aree aziendali nel prossimo futuro: l'ufficio sarà «physical-smart», ha spiegato Corrado Caruso, fondatore di D2U insieme a Jacopo della Fontana, sottolineando che
«questo momento va visto anche come un'opportunità per le aziende per ripensare e adattare la propria cultura organizzativa, mettendo al centro la flessibilità e il lavoro per obiettivi». Uno dei cambiamenti principali riguarderà gli open space: dovranno essere rimodulabili a seconda delle persone presenti e delle normative sul distanziamento. All'interno delle aziende ci sarà molto più spazio per il digitale e per le community virtuali, che potranno essere utilizzate anche per fare riunioni, meeting e conferenze, senza la necessità della presenza fisica di un gran numero di persone. E potrebbero essere creati anche degli spazi comuni condominiali, all'interno dei complessi residenziali, per permettere di lavorare in co-smart working a chi non ha case abbastanza spaziose.

La riorganizzazione degli uffici dovrà necessariamente riguardare tutto il mondo. Amanda Stanaway, architetto dello studio “Woods Bagot” di Sydney, ha raccontato alla Bbc che alcuni clienti sono interessati all'idea dell'“ufficio distribuito”. Il concetto è quello di evitare un hub centrale affollato, che verrà sostituito con una serie di uffici più piccoli che potrebbero essere vicini al luogo in cui vive il personale. Il che porterebbe anche alla riduzione dell'esposizione a malattie infettive a bordo dei trasporti pubblici. Un'altra soluzione che si sta facendo strada in Inghilterra è quella di una forza lavoro sfalsata, con gruppi più ristretti di persone che arrivano in sede a giorni alterni e con turni che consentano di evitare i picchi nelle ore di punta del trasporto pubblico. Gli esperti inglesi prevedono che, a lungo termine, ci sarà una vera e propria rivoluzione che renderà gli uffici simili ad ospedali, con stazioni di igienizzazione, segnaletica che indica i percorsi diretti, posti separati e più automazione. Potrebbe venire eliminata la necessità di premere i pulsanti comuni, utilizzando lo smartphone per inviare un comando all'ascensore, o alla macchina del caffè. Le sale conferenze, inoltre, potrebbero essere dotate di tecnologie ad attivazione vocale per controllare l'illuminazione e le apparecchiature audio e video.

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