Coronavirus Fase 2, l’Italia alla prova: oggi in 4 milioni tornano al lavoro

Coronavirus, l’Italia alla prova. «Fase 2 senza assembramenti». Tra i congiunti pure i fidanzati
di Michela Allegri
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Lunedì 4 Maggio 2020, 00:27 - Ultimo aggiornamento: 12:39

L'appello principale è al senso di responsabilità dei singoli, nella consapevolezza che, potenzialmente, la graduale riapertura potrebbe trasformarsi in un nuovo disastro sanitario, se non si agisce con criterio. Da oggi oltre 4 milioni di italiani tornano al lavoro, si sposteranno con i mezzi pubblici, molte aziende e fabbriche si rimetteranno in moto. Nella circolare che il Ministero dell'Interno ha inviato ai prefetti sono spiegati i dettagli per l'applicazione delle misure del Dpcm entrato in vigore da mezzanotte. E anche il premier Giuseppe Conte invita alla cautela, «non sperperiamo quello che abbiamo guadagnato in 50 giorni», dice.

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«Evitare raggruppamenti di persone» è il mantra: il Viminale chiede alle forze dell'ordine fermezza e «severità» nell'evitare situazioni di assembramento. Ma i controlli dovranno anche essere calibrati sulle singole situazioni, ci dovrà essere «comprensione ed elasticità», per contenere al massimo l'impatto delle misure sulla vita quotidiana. È proprio l'ufficio guidato dal ministro Luciana Lamorgese a sottolineare che in questa nuova fase è necessario fare leva sul senso di responsabilità dei cittadini.

Da ieri è disponibile un nuovo modulo di autocertificazione, ma si potrà anche utilizzare la versione precedente. Da oggi non si esce più solamente in caso di necessità, urgenza, o per motivi di lavoro, ma è possibile andare a fare passeggiate, fare sport - individualmente, mantenendo la distanza di almeno due metri - e, soprattutto, andare a fare visita ai congiunti, termine che ha sollevato una miriade di dubbi e interpretazioni. Se due giorni fa ci aveva pensato il governo a dare un primo chiarimento, sottolineando che era possibile incontrare i parenti fino al sesto grado, ma non gli amici, ieri anche il Viminale ha dato una spiegazione: il termine, si legge nella circolare, comprende «i coniugi, i rapporti di parentela, affinità e unione civile, nonché le relazioni connotate da duratura e significativa comunanza di vita e di affetti», comprese quelle tra fidanzati, come stabilito da una sentenza della Cassazione del 2014. Ma l'indeterminatezza resta: come faranno le forze dell'ordine a valutare se due persone abbiano o meno una reale comunanza di vita e di affetti?

Proprio per questo motivo, la Fase 2 sarà caratterizzata da controlli più blandi verso i singoli. Il capo di gabinetto Matteo Piantedosi, che firma la circolare, sottolinea che «la valutazione dei casi concreti dovrà essere affidata ad un prudente ed equilibrato apprezzamento». L'attenzione sarà tutta sui potenziali luoghi di assembramento. Dai parchi ai negozi, dalle strade ai ristoranti. Perché una delle novità principali è che bar e locali potranno fare servizio d'asporto: potremo comprare cibo e bevante, ma non sarà possibile consumare il pasto vicino al locale.

Per quanto riguarda l'autocertificazione, si potrà utilizzare il solito modulo, oppure scaricare una nuova versione. Ma non sarà sempre necessario avere con sé il documento: non serve per chi esca per fare sport, mentre chi stia andando a lavorare può mostrare un tesserino professionale.

Ancora una volta, non viene fatta menzione delle seconde case: il Viminale ribadisce che sarà consentito il rientro presso domicili o residenze in un'altra regione, ma il successivo spostamento non sarà autorizzato, a meno che non si verifichino situazioni di necessità. Per il momento, quindi, le case di villeggiatura restano off limits.

Novità anche per quanto riguarda le aziende: non dovranno più inviare ai prefetti richieste di autorizzazione per la ripresa delle attività produttive industriali e commerciali. Ma le ispezioni saranno più serrate. A occuparsi dei controlli per verificare il rispetto delle prescrizioni saranno Vigili del fuoco, carabinieri del comando Tutela lavoro e Asl.
 

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