Fase 2. Bar, ristoranti, spiagge: si apre, ma le regioni devono monitorare il virus. Nuovo Dcpm

Bar, ristoranti, spiagge: si apre, ma le regioni devono monitorare il virus. Ecco il nuovo Dcpm
di Rosario Dimito
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Domenica 17 Maggio 2020, 11:18 - Ultimo aggiornamento: 14:19

«Le attività dei servizi di ristorazione (fra cui bar, pub, ristoranti, gelaterie, pasticcerie) sono consentite a condizione che le regioni e le province autonome abbiano preventivamente accertato la compatibilità dello svolgimento delle suddette attività con l’andamento della situazione epidemiologica nei propri territori e che individuino i protocolli o le linee guida applicabili idonei a dei principi contenuti nei protocolli o nelle linee guida nazionali anche in settori analoghi e comunque in coerenza con i criteri di cui all’allegato». 

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Ecco la bozza del Dcpm, non ancora definitiva, uscita dall’infuocata riunione della notte scorsa fra governo e regioni che volevano rimettere in discussione le linee guida della riapertura da lunedì 18, ricordando che la battaglia contro il coronavirus è ancora in atto. Nella nuova versione oltre ai bar e ristoranti, è prevista l’apertura condizionata delle altre attività alla verifica dell’andamento della curva epidemiologica da parte delle Regioni. Il decreto parte da lunedì 18 fino al 14 giugno. «L’accesso del pubblico ai parchi, alle ville e ai giardini pubblici è condizionato al rigoroso rispetto del divieto di assembramento di cui all’articolo 1, comma 8, primo periodo, del decreto-legge 15 maggio 2020, n. 33, nonché della distanza di sicurezza interpersonale di almeno un metro; è consentito l’accesso dei minori, anche assieme ai familiari o altre persone abitualmente conviventi o deputate alla loro cura, ad aree gioco all’interno di parchi, ville e giardini pubblici, per svolgere attività ludica o ricreativa all’aperto nel rispetto delle linee guida del dipartimento per le politiche della famiglia di cui all’allegato».





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«A decorrere dal 15 giugno 2020, è consentito l’accesso di bambini e ragazzi a luoghi destinati allo svolgimento di attività ludiche, ricreative ed educative, anche non formali, al chiuso o all’aria aperta, con l’ausilio di operatori cui affidarli in custodia e con obbligo di adottare appositi protocolli di sicurezza predisposti in conformità alle linee guida del dipartimento per le politiche della famiglia; le Regioni e le Province Autonome possono stabilire una diversa data anticipata o posticipata a condizione che abbiano preventivamente accertato la compatibilità dello svolgimento delle suddette attività con l’andamento della situazione epidemiologica nei propri territori e che individuino i protocolli o le linee guida applicabili idonei a prevenire o ridurre il rischio di contagio nel rispetto dei principi contenuti nei protocolli o nelle linee guida nazionali; è consentito svolgere attività sportiva o attività motoria all’aperto, anche presso aree attrezzate e parchi pubblici, ove accessibili, purché comunque nel rispetto della distanza di sicurezza interpersonale di almeno due metri per l’attività sportiva e di almeno un metro per ogni altra attività salvo che non sia necessaria la presenza di un accompagnatore per i minori o le persone non completamente autosufficienti». Il calcio può quindi aspettare perchè «sono sospesi gli eventi e le competizioni sportive di ogni ordine e disciplina, in luoghi pubblici o privati». Anche la scuola resta sospesa nelle attività di presenza. 
 

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