Eitan torna in Italia, la Corte Suprema israeliana respinge il ricorso del nonno: «Rientri entro il 12 dicembre»

Scarcerato con obbligo di firma il "complice" che aiutò a rapirlo

Eitan torna in Italia, la Corte Suprema israeliana respinge il ricorso del nonno
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Lunedì 29 Novembre 2021, 14:36 - Ultimo aggiornamento: 15:09

Eitan, il bimbo sopravvissuto alla tragedia del Mottarone, tornerà in Italia. La Corte Suprema israeliana ha rigettato il ricorso di Shmuel Peleg, nonno del piccolo Biran. Lo rende noto la famiglia secondo cui il rientro del bambino avverrà come disposto dalle prime due sentenze israeliane. Secondo la Cassazione il minore ha «vissuto in Italia quasi tutta la sua vita» e quindi non lo si può allontanare dalla «sua residenza abituale». Peleg, prosegue la sentenza, «non ha fornito una motivazione valida per cui il ritorno in Italia possa provocare al piccolo un danno psichico o fisico». La decisione della Corte Suprema israeliana - di ben 17 pagine - stabilisce che Eitan «debba essere riportato in Italia non oltre il 12 dicembre». Il giudice della Corte Suprema, Alex Stein, ha ricordato che il principio base della Convezione dell'Aja prevede «tolleranza zero verso i rapimenti ed evidenzia la necessità di una restituzione immediata». «Non è discutibile - ha sottolineato - che il luogo normale di vita del minore sia in Italia dove ha trascorso quasi tutta la sua esistenza».

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I legali della famiglia Biran

Una decisione «legalmente, moralmente e umanamente corretta».

Così Shmuel Moran e Avi Chimi legali della famiglia Biran hanno definito la scelta della Corte Suprema: «Sebbene sia un sospiro di sollievo è la fine di un episodio sfortunato, e per lo più dannoso e inutile per il piccolo Eitan». «Eitan potrà ora tornare alla sua famiglia in Italia, compresi i suoi nonni, i genitori del suo defunto padre, e a tutte le strutture da cui è stato tolto: mediche, psicologiche ed educative». Sui Peleg, «speriamo che ora, in considerazione delle loro azioni e delle conseguenze penali delle loro azioni, sapranno fermare le battaglie legali».

La reazione del nonno

«Lo stato di Israele ha rinunciato oggi ad un bambino ebreo, suo cittadino indifeso senza che la sua voce venisse ascoltata, per farlo vivere in terra straniera lontano dalle sue radici, dalla sua famiglia amata, da dove sono sepolti i suoi genitori e suo fratello minore». Questo il commento della famiglia Peleg alla decisione della Corte Suprema israeliana. «Continueremo a combattere - ha aggiunto - con ogni modo legale per riportalo in Israele. Facciamo appello alle autorità italiane per riesaminare l'affidamento.

L'inchiesta

Intanto Gabriel Alon Abutbul - il soldato di un'agenzia di contractor che avrebbe aiutato il nonno di Eitan a rapire il nipote - arrestato lo scorso 25 novembre su mandato d'arresto internazionale a Cipro, è stato scarcerato con obbligo di firma dai giudici ciprioti. Prossima udienza il 2 dicembre e la procedura sull'eventuale estradizione deve concludersi, a quanto si è saputo, in 60 giorni prorogabili di altri 30. 

La decisione

Dopo la prima udienza di oggi a Cipro, il 50enne - destinatario assieme a Shmuel Peleg dell'ordinanza di custodia in carcere firmata dal gip di Pavia per sequestro di persona aggravato, sottrazione e trattenimento all'estero di minore e appropriazione del passaporto del bambino - è stato scarcerato e per lui è stata disposta la misura dell'obbligo di firma. A riferirlo l'avvocato Paolo Sevesi, legale italiano sia di Abutbul che di Peleg. Nel procedimento sull'eventuale estradizione, sulla base del mandato d'arresto europeo eseguito quattro giorni fa in un albergo a Limassol, è stata fissata un'altra udienza per il 2 dicembre e la procedura ha un termine massimo di 60 giorni (prorogabili di altri 30). Dall'Italia è già arrivata a Cipro, dopo che gli atti sono passati per la Procura generale milanese e per il Ministero della Giustizia, la richiesta di estradizione per Abutbul, su cui dovranno esprimersi i magistrati ciprioti. Per ora è stato eseguito solo il mandato a carico del 50enne, che era alla guida della macchina, noleggiata da Peleg, che portò il bimbo da Pavia, dove il nonno era andato a prenderlo a casa della zia per una delle visite autorizzate, fino a Lugano. Per il gip pavese Villani è «pressoché certa» anche la presenza dell'uomo sull'aereo privato che poi ha portato «l'ignaro Eitan» e il nonno fino in Israele. Come «il suo allontanamento, a bordo dello stesso velivolo, alla volta di Cipro», dove Abutbul, cittadino israeliano, risiede. Su Peleg pende un mandato d'arresto internazionale, non eseguito al momento, e dall'Italia, come riferito dal procuratore facente funzione di Pavia Mario Venditti, è stata inoltrata a Israele richiesta di estradizione.

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