Non poteva esserci periodo peggiore per lanciare l'idea di una "fascia bianca", ovvero un'oasi quasi priva di contagi e dunque di restrizioni, da affiancare alle zone gialle, arancioni e rosse che abbiamo imparato a conoscere.
In Gran Bretagna, Olanda, parte della Germania e persino nella vicina Slovenia ci sono chiari segni di una terza ondata. Anche da noi purtroppo l'epidemia non solo non sta arretrando ma dà segni di crescita. E se oggi le regioni "arancioni" sono cinque dalla prossima settimana potrebbero essere molte di più.
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La "fascia bianca" in effetti ha un obiettivo a media scadenza: offrire una speranza agli italiani di poter iniziare a tornare a una vita normale non appena i contagi cominceranno a diminuire in alcune aree.
I requisiti delle regioni
Per dare un'idea della sua effettiva realizzabilità va detto che la "fascia bianca" potrebbe scattare con un Rt, l'indice che calcola la velocità del contagio, sotto quota 0,50. Purtroppo oggi nessuna Regione è vicina a questo livello. La media italiana è appena sopra quota 1 e alcune Regioni viaggiano intorno a 1,50, come lo stesso presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, ha rivelato ieri. L'indice Rt varia tutti i giorni e dunque indicare quali regioni potrebbero essere più vicine di altre alla "fascia bianca" è un esercizio inutile. Tuttavia si può dire che la Toscana, in particolare, ma anche Abruzzo, Piemonte e Valle d'Aosta in questi giorni stanno registrando un numero di contagi minore della media italiana.
Se mai diventerà una realtà la "fascia bianca" dovrebbe prevedere restrizioni minime, un coprifuoco ridotto e l'apertura di alcune attività culturali come le visite ai musei.