Dpcm, misure per aree di rischio: Conte divide il Paese in 3, ma coprifuoco ovunque

Dpcm, misure per aree di rischio: Conte divide il Paese in 3, ma coprifuoco ovunque
di Marco Conti e Mauro Evangelisti
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Martedì 3 Novembre 2020, 00:23 - Ultimo aggiornamento: 12:10

Giuseppe Conte continua a muoversi con la solita cautela, ma fatica sempre più vistosamente a tenere a freno l’insofferenza del Pd che vorrebbe stringere i tempi del varo del Dpcm. Conte però lavora al terzo decreto nel giro di venti giorni come se dovesse essere l’ultimo, o quasi, e pensa di convocare per oggi la riunione dei capidelegazione prima di firmare il nuovo decreto. Anche perché, si ragiona a palazzo Chigi, una volta messe in fila chiusure e restrizioni, si scoprirà che servono altri miliardi e che occorrerà quindi convincere il ministro Gualtieri della necessità di votare un nuovo scostamento di bilancio per trovare i «ristori» da distribuire a chi sarà chiamato a chiudere o a rientrare prima a casa.

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Le riunioni con i presidenti di regione dovrebbero però essere finite.

Ieri in Aula il capogruppo del Pd Graziano Delrio ha richiamato Conte «ad assumersi le responsabilità» e le scelte che le regioni non sono in grado di fare «per la salute dei cittadini». Dopo la riunione del Comitato tecnico scientifico e del Istituto superiore di sanità, palazzo Chigi dovrebbe essere in grado di mettere in fila i contenuti. La speranza è che i numeri continuino ad essere meno impietosi dimostrando quindi che gli effetti dei primi due dpcm iniziano a farsi sentire.

La parola “coprifuoco” non piace a Conte ma «la restrizione al movimento» dovrebbe scattare alle 21 in tutta Italia, anche se Iv vorrebbe le 22 e il ministro Speranza le 18. Ciò che invece incassano i renziani sono i ristoranti aperti la domenica, ma non i centri commerciali che dovrebbero chiudere nel weekend. Lo spostamento tra regioni verrà vietato, ma si discute se solo verso le regioni a rischio. Il M5S continua a difendere la ministra Azzolina e chiede che la didattica a distanza al 100% avvenga solo nelle zone rosse. Nessun passo indietro da parte di Conte sul regime differenziato tra regioni a seconda dei contagi. Malgrado il pressing dei “governatori” Conte non molla e così il ministro Boccia ha promesso ai presidenti un meccanismo altamente automatico, in modo da alleggerirli da responsabilità che faticano a gestire.

LA FRENATA
Il presidente del Consiglio divide l’Italia in tre fasce, in modo da calibrare la severità delle chiusure di contenimento della pandemia sulla base dei coefficienti che registrano la gravità della situazione nei diversi territori e il divieto di uscire di casa alle 21 potrebbe essere anticipato nelle aree più a rischio.

Ma cosa dicono i numeri? Prima di tutto cambia la frequenza della valutazione della cabina di regia che, sulla base di 21 indicatori (dunque non solo l’Rt, l’indice di trasmissione) ogni settimana scriveva le pagelle di tutte le regioni. L’appuntamento era al venerdì, ora si cambia, per avere dati più aggiornati, e l’analisi verrà eseguita anche il martedì. Dunque, il nuovo Dpcm sarà applicato sulle valutazioni di oggi che stileranno i tecnici della cabina di regia formata da Ministero della Salute e Istituto superiore di sanità. Un altro elemento è offerto dai dati giornalieri che, anche ieri, hanno confermato una lieve frenata. Come si disse a un certo punto durante il lockdown in primavera, sta diminuendo l’aumento. Che significa? Che continuano a esserci molti casi positivi, ma la crescita è meno marcata della settimana precedente.

In sintesi i dati di ieri: 22.253 nuovi casi positivi su 135.731 tamponi. Ieri rispetto allo stesso giorno della settimana precedente c’è stato un incremento del 35 per cento; lunedì 26 ottobre rispetto lunedì 19, invece, l’aumento era stato dell’82 per cento, dunque qualcosa è cambiato anche perché questa frenata della percentuale di incremento sembra confermare una tendenza iniziata da qualche giorno. Occorre, però, essere prudenti. Resta alto il numero dei decessi (233), ma anche qui giova ricordare che quando vi sarà un miglioramento della situazione, quello sarà l’ultimo dato a scendere. Occupati altri 83 posti di terapia intensiva, 1.021 se si considerano tutti i reparti che ospitano pazienti Covid-19. Per fortuna si contano anche 3.637 guariti. Il nodo vero è che, anche qualora vi fosse un raffreddamento della curva dei nuovi positivi, non sarebbe abbastanza rapido da rimettere in sicurezza gli ospedali in tempi accettabili. 

Coprifuoco, spostamenti vietati la sera

«Limiti alla circolazione delle persone nella fascia serale più tarda». Così il premier Conte, ieri ha annunciato alla Camera l’istituzione di un coprifuoco, violabile solo se in possesso di una autocertificazione che testimoni motivi di urgenza, lavoro o salute. Per ora il governo non è stato più preciso rispetto all’orario di inizio della misura (tant’è che si parlava anche delle ore 18) ma, stando a quanto trapelato, nel Dpcm in arrivo oggi il limite per rientrare in casa sarà fissato alle ore 21.

Trasporti, capienza ridotta su bus e metro

Tra le misure del Dpcm in arrivo oggi e valide sull’intero territorio nazionale farà finalmente la sua comparsa anche la riduzione della capienza consentita per il trasporto pubblico locale al 50%. Fino ad oggi su bus, tram, metro e treni regionali il limite era invece fissato all’80%. Una misura che ha sollevato non poche polemiche dopo le numerose foto circolate in rete di assembramenti costanti e nessun tipo di aereazione consentita a bordo dei mezzi.

Cultura, stop per musei e mostre

Erano riusciti a resistere tra mille polemiche ma ora, dopo cinema e teatri già fermati dal Dpcm entrato in vigore la scorsa settimana, l’esecutivo ha deciso di chiudere anche musei e mostre. Nonostante i rigidi protocolli messi in atto negli ultimi mesi con ingressi scaglionati e solo su prenotazione - misure che sembravano fino all’ultimo di avergli permesso di scamparla anche stavolta - la norma in arrivo costringerà a chiudere anche gli ultimi baluardi del mondo della cultura rimasti aperti. 

Scuola e Dad, più studenti da remoto

«Si prevede integralmente la didattica a distanza per le scuole di secondo grado». Dopo averle provate tutte tra ingressi scaglionati, turni pomeridiani e lezioni da remoto al 75% per le ultime classi degli istituti superiori, il governo è capitolato sulla ‘dad’. Dall’entrata in vigore del nuovo Dpcm, nonostante la strenua opposizione della ministra Lucia Azzolina, tutti gli studenti più grandi dovranno seguire le proprie lezioni in casa. Per ora nessuna misura per asili e scuole primarie. 

Megastore, fine settimana senza shopping

Serrande abbassate nei centri commerciali durante i fine settimana. Nonostante l’opposizione del settore e del centrodestra, nel Dpcm rientrerà anche la chiusura su tutto il territorio nazionale - anche dove il rischio non è ritenuto elevato - degli shopping center «nei giorni festivi e pre-festivi». La restrizione però non riguarderà tutti i negozi presenti all’interno dei centri: salve farmacie, parafarmacie, alimentari, tabacchi ed edicole.

Bar e tabacchi, no a video-slot e scommesse

Coprendo quella che era stata considerata un po’ una mancanza del testo entrato in vigore il 24 ottobre scorso, il nuovo Dpcm in arrivo oggi chiude anche i corner per le scommesse e i giochi (come le videolottery) «ovunque si trovino». Il riferimento fatto dal premier Conte alla Camera è alle ‘macchinette’ presenti all’interno di bar e tabacchi che erano state risparmiate tra le polemiche dopo le chiusure di sale bingo, sale scommesse e casinò.

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