Dottoressa picchiata in ospedale a Napoli: «Pugni in faccia, ma non ho paura»

Dottoressa picchiata in ospedale a Napoli: «Pugni in faccia, ma non ho paura»
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Giovedì 22 Agosto 2019, 12:50 - Ultimo aggiornamento: 19:52

Una sutura al braccio, in codice verde, un gruppo di parenti del giovane paziente davanti al lettino del pronto soccorso, il chirurgo che chiede loro di aspettare nella sala d'attesa, la madre del paziente che la prende a pugni in faccia. È accaduto nella notte tra martedì e mercoledì nel'ospedale San Giovanni Bosco di Napoli e a raccontarlo è Adelina Laprovitera, la dottoressa aggredita: «Avevo solo detto alla signora di tornare nell'area di attesa dei parenti e poi sarei andata a informarla, lei mi si è lanciata contro colpendomi con pugni in faccia e calci». 

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Il medico ha una frattura alle ossa nasali, la frattura della parete anteriore della mascella sinistra e due denti che dondolano, ha sporto denuncia e ha una prognosi di 30 giorni. Ma resta forte e legata al suo lavoro: «Sono schifata - dice - ma non ho paura e spero di tornare presto al lavoro, perché siamo in pochi e lavoriamo al limite». Un limite che il San Giovanni Bosco - tornato al centro dell'attenzione per un nuovo caso di presenza di formiche - supera spesso, visto che è un ospedale di frontiera, posto tra Secondigliano e Piazza Carlo III, un nosocomio che secondo la Procura di Napoli ha ospitato per anni i summit del clan Contini. «Andrebbero ripristinati i drappelli di pubblica sicurezza nei pronto soccorso. Diventa sempre più complicato gestire l'emergenza, vista anche la carenza dei medici» afferma Gennaro Napoletano, responsabile del Pronto Soccorso dell'Ospedale, che ricorda come le aggressioni siano quasi all'ordine del giorno: «I medici vengono insultati - ricorda - spesso si riesce a calmare le famiglie parlandoci ma a volte scattano le aggressioni». 



Particolarmente violenta quella subita da Laprovitera, che si è ritrovata con la faccia sanguinante nel cuore della notte, mentre controllava una sutura al braccio. Ma i medici chiedono anche un maggior numero di guardie giurate, che di notte sono solo in due al pronto soccorso. Intanto, la sala del codice verde accanto a dove è avvenuta l'aggressione è sbarrata, dentro sono state trovate di nuovo le formiche, è stata eseguita l'ennesima bonifica e due operai sono al lavoro per chiudere i buchi nel linoleum in cui si annidano gli insetti, mentre la direzione sanitaria sottolinea l'accoglimento da parte del tribunale del ricorso contro la riapertura del bar dell'ospedale da parte di una società che era stata cacciata dall'Asl. I parcheggiatori abusivi nel parcheggio dell'ospedale non ci sono più, ma i medici rischiano ancora: «L'aggressione - attacca il direttore dell'Asl Napoli 1 Ciro Verdoliva - è un gesto vile e indegno. Ho sentito la dottoressa e le ho personalmente garantito che l'azienda sarà al suo fianco anche in tribunale». E il governatore Vincenzo De Luca sposa la richiesta dei medici: «Nel ripetersi - afferma - di episodi non più tollerabili che condanniamo e denunciamo, ricordiamo che da oltre un anno abbiamo presentato la richiesta formale, tramite la Prefettura, per l'istituzione di un posto di polizia al San Giovanni Bosco».

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