Gender gap, in Italia il potere è in mano agli uomini: solo il 5% degli AD è donna e l'80% dei giornali ha un direttore maschio

Il quadro poco consolatorio è fornito dai dati che emergono dal dossier "Sesso è potere", realizzato dalle associazioni info.nodes e onData

Gender gap, in Italia il potere è in mano al sesso maschile, solo il 5% degli AD è donna: l'80% dei giornali è diretto da uomini
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Mercoledì 30 Novembre 2022, 12:47

L'Italia? Non è un Paese che da spazio alle donne. A dispetto di quanto ci hanno raccontato le ultime elezioni, a seguito delle quali per la prima volta nella storia della Repubblica è stata scelta una donna come presidente del Consiglio, la nostra è una Nazione dove il potere è tutto saldamente in mano agli uomini. 

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In Italia il potere è in mano agli uomini: il quadro emerso dal sondaggio

Il quadro poco consolatorio è fornito dai dati che emergono dal dossier "Sesso è potere", realizzato dalle associazioni info.nodes e on Data. Una fotografia di un Paese ancora troppo arroccato su certe dinamiche patriarcali, a cui fin troppo spesso si fatica a rinunciare. Quanto emerso dai numeri ci dice che nel nostro tessuto socioeconomico sono solo 5 le amministratrici delegate all'internO delle 100 aziende italiane di maggior successo. Nel restante 95%, in parole povere in qualunque azienda diffusa sul territorio nazionale, al vertice del consiglio di amministrazione siede un uomo. Il report definisce «lo squilibrio di genere nell'esercizio del potere in Italia ancora talmente profondo da apparire quasi incolmabile».

 

Le due associazioni hanno deciso di realizzare questa partenership nella raccolta dati, per disegnare una mappa che raccontasse di come il potere fosse distribuito tra i sessi in Italia, con un focus sui settori economico, mediatico e politico.

«Esiste uno squilibrio molto grande in tutti e tre i domini analizzati», spiega all'ANSA Paola Masuzzo di onData «il potere è ancora declinato al maschile».

«Non ci preme capire se le donne sono più brave degli uomini, ma se hanno a disposizione gli stessi spazi e le stesse risorse», sottolinea Davide Del Monte di info.nodes.

«Tra le società controllate o partecipate dal ministero dell'Economia e delle Finanze», spiegano info.nodes e onData, «gli uomini che ricoprono il ruolo di amministratore delegato sono in numero nettamente superiore: 28 su 34, quindi più dell'82%».

Il report ha passato in analisi anche il settore dell'informazione, e anche qui il divario è netto.

Tra i 27 quotidiani nazionali, con una tiratura di più di 30 mila copie, nell'81,5% dei casi la direzione è affidata a un uomo. Solo 5 quotidiani sono diretti da donne, che per giunta sono in 3, poiché Il Resto del Carlino, La Nazione e Il Giorno, tutti appartenenti al gruppo QN, hanno la stessa direttrice: Agnese Pini. I tg nazionali non offrono un quadro migliore, dato che la direzione di questi è affidata a una donna solo in 2 casi su 10, e con un posto, quello del TG2, vacante, dato che l'ex direttore Gennaro Sangiuliano oggi è ministro della Cultura.

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Gender gap: ecco la situazione in politica

Nonostante Giorgia Meloni, la politica locale continua a essere manifestazione della disparità di genere: «su 121.231 cittadini e cittadine che ricoprono un ruolo elettivo a livello comunale o regionale, censiti dall'Anagrafe degli amministratori del ministero degli Interni, gli uomini sono 80.240 e rappresentano quindi il 66,19%» dice il report.

La situazione non migliora quando si passa a prendere in considerazione la presenza di sindaci e sindache: le due associazioni hanno analizzato i 7.452 comuni censiti sul portale del ministero degli Interni. Risultato? Gli uomini sono 6.331, ovvero l'84,96%, mentre le donne 1.121, «e se si guarda, infine, ai vertici delle 19 autorità indipendenti censite da Openpolis, la prevalenza di uomini al comando è schiacciante: 17 su 19, oltre l'89%».

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