Una serata al luna park, con i bambini. Poi, dopo la mezzanotte, la lite furibonda: Matteo Verdesca, 38 anni, ha ucciso a coltellate la moglie Donatella Miccoli, più grande di un anno, in camera da letto. Il teatro della tragedia un appartamento alla periferia di Novoli (Lecce) in cui la famigliola abitava da sempre. Subito dopo aver infierito contro la donna, madre dei suoi due figli di 2 e 7 anni che dormivano nella stanzetta, si è tolto la vita nelle campagne dandosi fuoco in auto. Si era messo al volante ed era andato a casa dalla madre, che si trova nella vicina Veglie. Aveva lasciato le chiavi di casa nel giardino prima dell’ultima telefonata: «Ho fatto un casino, l’ho uccisa. Vai a prendere i bambini».
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L’allarme è stato lanciato dalla madre dell’uomo che in piena notte, seguendo le sue indicazioni, è andata a casa del figlio e ha trovato il cadavere della nuora. Ha messo al riparo i bimbi, ha chiamato i carabinieri. Del marito, un padre esemplare - dice chi lo conosceva - che aveva lavorato come corriere espresso e poi come giardiniere per un’azienda, non c’era traccia. Sono iniziate le ricerche che sono andate avanti fino alle 12.30 di ieri. Il territorio è vasto. Nella zona ci sono distese di alberi di ulivo e filari di vite e un’infinità di stradine che corrono fra i muretti a secco. Si sono levati in volo gli elicotteri dell’Arma, giunti da Bari. Alla fine è stata localizzata la vettura carbonizzata.
Matteo aveva riempito di benzina una tanica. Le telecamere dell’unico distributore che si trova in zona lo hanno filmato. Poi ha svoltato a sinistra, scegliendo forse a caso un sentiero che lo portasse in un luogo sperduto. Difficile da localizzare. Ha cosparso l’auto del liquido infiammabile e ha reclinato il sedile attendendo che il rogo distruggesse tutto.
Della Twingo di Donatella è rimasta solo la carcassa carbonizzata. I resti sono stati recuperati e sono ora a disposizione del pubblico ministero di turno, Giorgia Villa. Così come lo è la salma della giovane mamma. Il pm deciderà se disporre l’autopsia, per chiudere il caso e le indagini. La ricostruzione è ormai chiara: sono stati prelevati i telefonini cellulari rimasti nell’abitazione. Oltre alle migliaia di foto e di selfie, molti dei quali postati sui social, i telefoni custodiscono anche la verità su quanto si è verificato. Le ragioni della discussione degenerata. Motivazioni che, tuttavia, non hanno più ragione di essere scandagliate, per lo meno non da un punto di vista investigativo.
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In paese
Resta l’incredulità degli amici, dei conoscenti. Di tutti coloro che a Novoli e Veglie, conoscevano i “ragazzi”. Sono comunità di poche anime, in cui tutti sanno tutto. E il dolore dei nonni che si occupano ora dei bambini. Matteo aveva anche un terzo figlio, di 19 anni, nato da una precedente relazione. Donatella lo amava follemente, come dimostrano i post su facebook in occasione dei compleanni. Lavorava come commessa in un ipermercato alle porte di Lecce. Era molto amata e stimata dalle sue colleghe. Centinaia i messaggi di cordoglio. Il sindaco di Novoli, Marco De Luca, ha annunciato il lutto cittadino nel giorno delle esequie che non sono state ancora fissate. «Conosco bene Donatella – ha dichiarato – e non ho parole per descrivere quanto è accaduto. Sono sconvolto, ma anche arrabbiato, demoralizzato: ci impegniamo nelle comunità a sensibilizzare contro la violenza sulle donne e poi ci ritroviamo giovani donne trucidate in questo barbaro modo a due passi da casa». La festa di San Luigi, una piccola festa patronale che stava per iniziare è stata rinviata a data da destinarsi. L’intera cittadina è sotto choc.