Dj morta e Gioele, il procuratore: «Nessuna traccia di sangue nell'auto e sul parabrezza»

Dj morta, Gioele ferito nell'incidente? Il padre smentisce: «Quel graffio c'era già»
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Venerdì 28 Agosto 2020, 10:13 - Ultimo aggiornamento: 29 Agosto, 09:36

Sulla morte del piccolo Gioele Mondello, il figlio di Viviana Parisi, la dj scomparsa e ritrovata morta nei boschi di Caronia lo scorso 8 agosto, c'è ancora molta chiarezza da fare. L'ultimo punto su cui si interrogano il medico legale e il procuratore che stanno indagando sulla vicenda, riguarda le modalità della scomparsa del bambino di 4 anni, il cui corpicino è stato ritrovato soltanto il 19 agosto a circa 300 metri di distanza da quello dell madre. E il mistero resta ancora aperto alla luce delle ultime dichiarazioni del procuratore di Patti, Angelo Cavallo, che in una nota scrive: «Gli accertamenti genetici effettuati sui tamponi prelevati all'interno del mezzo e sul parabrezza hanno finora fornito esito negativo, anche per quanto riguarda la presenza di eventuali tracce di sangue». Il procuratore sottolinea che «pertanto, non è ancora possibile formulare, allo stato, alcuna seria ipotesi sulle cause di morte del piccolo Gioele».

Da alcuni giorni si stava facendo largo l'ipotesi per cui Gioele potesse essere andato a sbattere contro il parabrezza dell'auto a seguito di un incidente nella galleria Turdi sull'autostrada A20 Messina-Palermo. Una scheggiatura nel vetro dell'auto, proprio sul lato passeggeri, rilevata dalla polizia scientifcia, aveva fatto pensare che Gioele avesse perso la vita proprio in quel momento, ma oggi è arrivata la smentita da parte del padre, Daniele Mondello, che attraverso il suo legale, Pietro Venuti, dice che «il parabrezza della Opel Corsa di Viviana Parisi era già rotto prima dell'incidente».

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Dj morta, la dinamica dell'incidente


Subito dopo il sinistro, Viviana aveva fatto perdere le proprie tracce con il figlio. Secondo gli investigatori sarebbe la prova che il piccolo Gioele abbia battuto la testa sui cui sarebbero state rilevate, durante l'esame Tac prima dell'autopsia, micro tracce di sangue. Ma adesso arriva la smentita del padre di Gioele, che ci tiene a precisare che il parabrezza fosse «già lesionato» dopo «un precedente sinistro» avvenuto nei mesi scorsi. Quindi, il parabrezza non si sarebbe rotto quel giorno della scomparsa. L'esame sull'auto danneggiata, che si trova in un deposito della Polizia a Messina, con una ruota bucata e altri danni sul lato, è stato eseguito dalla Polizia scientifica.
 


Da una telecamera di sorveglianza è anche emerso che il piccolo non fosse legato al seggiolino. Anche dai video postati sui social si vede sempre Gioele in piedi sul sedile posteriore, mai allacciato. La mattina del 3 agosto l'auto di Viviana fece un sorpasso azzardato in galleria, sbattendo contro un furgone e impattando con la fiancata destra sulla fiancata sinistra del furgone. Nell'urto si è rotto anche il finestrino. Ecco perché gli investigatori non escludono che il bambino abbia potuto battere la testa. Ma, stando a quanto dice il padre del bambino, il parabrezza era già rotto.

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Dj morta, al via nuovi accertamenti con il luminol


Nuovi accertamenti tecnici non ripetibili, a partire dalle 18 di oggi, in casolari, allevamenti, abitazioni rurali che si trovano nei pressi del luogo in cui sono stati ritrovati i corpi senza vita di Viviana Parisi e del figlio di 4 anni Gioele. Sono stati disposti dal Procuratore capo di Patti Angelo Vittorio Cavallo. Gli esami saranno eseguiti con il Luminol per cercare eventuali tracce di sangue o biologiche. Nel corso degli esami si procederà anche all'identificazione degli animali presenti sul posto. Sul corpo della deejay di 43 anni sono stati trovati dei morsi così come sui resti del piccolo Gioele e gli inquirenti vogliono escludere che si tratti degli animali domestici dei casolari vicini alla zona del ritrovamento.

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Prelevati campioni di sangue a cani e maiali
«I miei cani si comportano bene e lo hanno visto anche i poliziotti. Stanno chiusi nel recinto e non escono in questi giorni». Lo ha detto all'Adnkronos Paolo Carroccetto, l'allevatore proprietario di due cani, un molossoide e un meticcio, che vivono in un casolare a poche decine di metri di distanza dal luogo del ritrovamento del piccolo Gioele. Per tutto il pomeriggio e fino a pochi minuti fa sono stati con i poliziotti della Scientifica di Messina e due veterinari che hanno fatto il prelievo del Dna ai cani. «Non sono preoccupato - dice - siamo sereni. I miei cani sono tranquilli». Poi dice che i suoi cani «non vanno in giro per i boschi, sono sempre chiusi». Alla domanda se si è fatto un'idea su quanto accaduto a Viviana e Gioele allarga le braccia e dice: «non ho idea di cosa possa essere accaduto». Intanto i poliziotti hanno terminato il prelievo di sangue sui due cani. Altri campioni ematici sono stati prelevati da maiali.

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