Dj morta, «Viviana e Gioele visti insieme». Il giallo delle impronte digitali: è caccia a 4 testimoni

Dj morta, «Viviana e Gioele visti insieme». Il giallo delle impronte digitali
di Lara Sirignano
4 Minuti di Lettura
Venerdì 14 Agosto 2020, 00:51 - Ultimo aggiornamento: 12:14

Un uomo di 50 anni molto abbronzato, calvo, robusto, con una maglietta arancione e dei bermuda. Una donna di 45, carnagione chiara, capelli raccolti, con indosso un vestito blu. Con loro due adolescenti. L’identikit delle ultime quattro persone ad aver visto viva Viviana Parisi, la dj trovata cadavere, sabato, sotto un traliccio dell’alta tensione nei boschi di Caronia, lo diffonde il Procuratore di Patti Angelo Cavallo, che indaga sulla morte della donna e sulla scomparsa del figlio Gioele, di cui non ci sono tracce ormai da 12 giorni. 

LEGGI ANCHE --> Viviana Parisi, spunta una telefonata al numero d'emergenza: «C'è stato un incidente e c'è anche un bambino»

Il racconto dei misteriosi testimoni che avrebbero visto la dj scavalcare il guard rail dell’autostrada Messina-Palermo insieme al bambino diventa fondamentale per la risoluzione di un rompicapo drammatico a cui mancano ancora molti tasselli. Sarebbero stati loro, intervenuti in soccorso della donna che aveva urtato un furgone all’imbocco della galleria Pizzo Turda, a dire di aver visto Viviana allontanarsi con Gioele prima che il bosco li inghiottisse. Le voci dei testimoni si sentono in sottofondo nel nastro che registra la chiamata al 112 fatta da altri due automobilisti accorsi dopo l’incidente. A loro l’uomo calvo e robusto indicato dai pm avrebbe raccontato di aver visto Viviana e Gioele allontanarsi e del suo tentativo di raggiungerli tra la boscaglia. La Procura di Patti sta tentando di rintracciarli da giorni. Il loro racconto potrebbe rivelarsi decisivo per comprendere cosa sia accaduto al bambino, che sembra scomparso nel nulla. 

«Si sono fermati e hanno cercato la signora. Hanno compiuto un’opera meritoria, proseguano e ci dicano cosa hanno visto», dicono gli investigatori che stanno tentando di capire se Gioele era vivo al momento della scomparsa. «Il nostro scopo è ricostruire il percorso fatto da Viviana, passo passo, dall’abitazione fino al luogo in cui è stata ritrovata - dice il procuratore - Non abbiamo trovato tracce evidenti di sangue nell’auto, ma stiamo analizzando la vettura e ci sono accertamenti in corso. Il punto focale è accertare se quando si è allontanata aveva il piccolo in braccio». L’idea, che col passare delle ore si fa sempre più concreta, è che la dj, da mesi in cura per una forte depressione, sotto choc dopo l’incidente, si sia allontanata tra i boschi col figlio, l’abbia ucciso, ne abbia sepolto il corpo, sia salita sul traliccio e si sia buttata giù.

L’autopsia ha confermato che Viviana è morta nel luogo in cui è stata trovata ed ha escluso che sia stata uccisa con un’arma da sparo o da taglio. Le fratture trovate sul corpo sono compatibili con una caduta dall’alto: probabilmente dal pilone dell’elettricità ai piedi del quale il corpo è stato trovato. Ipotesi su cui lavora la polizia Scientifica che, ieri sera, ha cercato impronte della dj sull’impalcatura.

Tra le pochissime certezze degli inquirenti c’è poi il video di una telecamera privata che ha ripreso la donna in auto col bambino a Sant’Agata di Militello, nella misteriosa sosta di 22 minuti che la dj ha fatto in paese. Gli occhi elettronici l’hanno immortalata vicino a un distributore di benzina - gli inquirenti non escludono che sia scesa a far rifornimento - prima di immettersi sulla Messina-Palermo. Un indizio importante che confermerebbe il racconto degli introvabili testimoni e farebbe cadere l’ipotesi che la madre abbia affidato Gioele a qualcuno a Sant’Agata prima di riprendere l’autostrada. Madre e figlio dunque erano insieme.
Ma allora come è possibile che il cadavere di Gioele, cercato per 11 giorni da decine di uomini delle forze dell’ordine e dei vigili del fuoco, dai cani molecolari, dai droni, non è ancora stato trovato? Dalla piazzola dell’autostrada in cui Viviana ha lasciato l’auto al luogo in cui è morta c’è poco più di un chilometro. Le ricerche di Gioele sono concentrate in un’area ristretta - è difficile che la madre si sia allontanata molto e improbabile che una terza persona abbia portato via il piccolo- Dunque cosa può essere accaduto? Per comprenderlo gli investigatori hanno deciso di ripartire da quando tutto è cominciato. Le 9.30 del 3 agosto, quando Viviana e il figlio Gioele sono saliti in auto per andare in un centro commerciale di Milazzo in cui non sono mai arrivati. 
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA