Virus, discoteche aperte da luglio: l'appello del mondo della notte. «Pronti a ripartire in sicurezza»

Coronavirus, discoteche all'aperto pronte a ripartire: «Lasciateci riaprire a luglio»
di Marco Pasqua
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Mercoledì 6 Maggio 2020, 14:07 - Ultimo aggiornamento: 7 Maggio, 10:18

Cinquantamila addetti coinvolti, un fatturato di 4 miliardi annui, 4,7 milioni di persone che, ogni weekend, passano una notte in discoteca. Sono solo alcuni dei numeri del mondo della notte – il primo a chiudere i battenti per il coronavirus, già a fine febbraio - che adesso, in questa fase 2, chiede di avere delle risposte dal governo. E, soprattutto, si dice pronto a ripartire, in sicurezza. «D'estate ci sono quasi esclusivamente discoteche all'aperto – dice Maurizio Pasca, presidente del Silb, l’associazione delle imprese che fanno intrattenimento da ballo e pubblico spettacolo e che ha circa 2500 aziende iscritte – Siamo pronti a riaprire al pubblico, rispettando il distanziamento sociale».
 


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Se oggi le regole relative alla capienza prevedono una persona per metro quadrato, i gestori delle discoteche sono pronti ad aumentare la distanza tra le persone, fino ad un metro e mezzo. «Possiamo predisporre la misurazione della temperatura all'ingresso con i termoscanner – suggerisce Pasca – e fare in modo che si entri solo su prenotazione, fornendo le proprie generalità». Chiaramente il personale della sicurezza verrebbe formato proprio in chiave anti-Covid, per garantire il rispetto delle regole di distanziamento. «La situazione delle discoteche è drammatica – evidenzia Pasca – Se dovessimo essere autorizzati a riaprire soltanto in autunno, il 20% dei locali non riaprirà mai più. Ma se, come ho letto, la riapertura dovesse slittare a marzo 2021, il 70% del settore chiuderà i battenti per sempre». Tra l'altro, a preoccupare i gestori delle discoteche sono alcuni eventi “abusivi” che si starebbero già preparando sul territorio: «Siamo venuti a sapere che alcune persone avrebbero già affittato delle masserie per organizzare dei party privati».

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Gli appelli a Conte. Tra marzo e aprile il Silb, insieme anche alle associazioni di categoria dei Dj, ha scritto due lettere al presidente del consiglio, Conte. «Abbiamo chiesto la soppressione di tasse e tributi per l'anno in corso – spiega Pasca – e un contributo a fondo perduto, parametrato sull'effettiva perdita di fatturato. Ma è anche importante ottenere una moratoria sugli affitti». Il Silb ricorda che le discoteche subiscono un carico fiscale importante: «Su ogni biglietto di ingresso bisogna pagare l'Iva, l'imposta di intrattenimento e la Siae: questo equivale quasi alla metà del costo del biglietto». «Siamo stati responsabili, chiudendo prima di tutti – dice il presidente del Silb – ma ora chiediamo al governo di sostenere un settore che dà lavoro e di cui, fino ad oggi, non si è parlato quasi per niente».
 
 

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