Discoteca a Pordenone, alla porta gli stranieri: «Può entrare solo chi è nato qui, lo prevede il regolamento»

Una donna di colore non è stata fatta accedere al locale di Fontanafredda. Il titolare: «Regole dettate dai soci»

Nel club friulano stranieri alla porta: «Può entrare solo chi è nato qui, lo prevede il regolamento»
di Loris Del Frate
4 Minuti di Lettura
Sabato 4 Febbraio 2023, 22:40 - Ultimo aggiornamento: 22:43

Un club privato dove per entrare serve una tessera rilasciata personalmente dal titolare e un regolamento buttato giù con troppa disinvoltura. Sono questi gli ingredienti che hanno fatto sollevare una polemica che rischia di sconfinare nella discriminazione razziale. Rischia, perché ora toccherà alla Questura di Pordenone capire se effettivamente ci sono gli estremi. L’ultimo atto si è consumato nei giorni scorsi, quando una coppia si è presentata all’ingresso. «Mi dispiace - ha detto l’uomo sulla porta - la signora non può entrare». Solo che la signora era una donna di colore. 

Paola Egonu, la pallavolista e conduttrice di Sanremo 2023: «Se dovessi avere un figlio di colore, vivrà lo schifo che ho vissuto io»

IL CLUB

La bomba è scoppiata appena la cosa è diventata di dominio pubblico. Prima la “battaglia” sui social, poi l’interessamento della Questura per capire se ci sono reati. A cercare di parare il colpo il titolare del club Piper (questo il nome del locale) di Fontanafredda, Edward Giacomini, che ha portato avanti la tradizione del padre, anche se una delle più importanti discoteche degli anni d’oro della disco music ora è un club privato. «Sono amico di persone di razze e religioni diverse, le più disparate.

Sinceramente non capisco proprio tutto questo chiasso. Qui non c’è davvero alcun problema di razzismo».

Il problema, però, è il regolamento del Piper per le varie serate, pubblicato sulla pagina social del club. «L’entrata - si legge - è riservata a persone di oltre 40 anni e NATIVI (in maiuscolo, ndr) della zona per poter garantire un pubblico adulto con cui si vuole rivivere la magica atmosfera del revival al “Mitico Piper di Fontanafredda”, locale storico del Friuli Venezia Giulia e del Veneto orientale per i cinquantenni. Ma è qual “riservato ai NATIVI”, che ha fatto storcere il naso anche al questore di Pordenone, Luca Carocci. «In un club - spiega - è senza dubbio possibile far entrare le persone subordinando l’ingresso all’esibizione di una tessera - spiega il questore - ma la scelta non deve essere assolutamente legata a discriminazioni razziali. Questo non significa solo “se sei nero non entri”, ma resti fuori anche se sei nato a Napoli o a Milano. Quindi quel “nativi della zona”, per di più in maiuscolo, che si legge come lasciapassare al Piper club è illegittimo». Cosa succede ora? Il questore non lo dice, ma è facile supporre che ci sarà un controllo e non si esclude anche la possibilità che il Piper venga chiuso per alcuni giorni. Sicuramente per riaprire dovrà modificare il regolamento.

LA DIFESA

«Il nostro club - spiega Edward Giacomini - ha delle regole dettate dai soci. Noi non siamo una discoteca. Ma un club che propone delle feste private. Ogni due settimane circa, viene proposto un evento, ma è riservato. E la prima regola è quella di non voler arrivare alla capienza massima del locale. E poi - spiega ancora - le feste sono spesso a tema. Può esserci la serata dove vige la regola di vestire scarpe blu, se uno si presenta con scarpe gialle o bianche, non entra». Resta il fatto dell’ingresso riservato ai NATIVI. «Qui – spiega il titolare – vengono persone native della zona e di altre località limitrofe, persone che si frequentavano quando erano giovani nelle discoteche che oggi non ci sono più e che vogliono ritrovarsi da adulti, per ascoltare la musica della loro giovinezza. Noi cerchiamo di ricreare quell’atmosfera. Per questo limitiamo l’accesso ai nativi. Non certo per questioni di razza».

Resta il fatto che la frittata è fatta e il caso del Piper finirà al Senato. A portarlo la deputata eletta in Friuli Tatiana Rojc. «Alla prima seduta utile del Senato depositerò un’interrogazione al ministro della Giustizia e al ministro dell’Interno affinché sia fatta chiarezza sul comportamento posto in atto dal club Piper». 

© RIPRODUZIONE RISERVATA