Difesa, il sottosegretario Tofalo si lancia con i parà del Tuscania

Difesa, il sottosegretario Tofalo si lancia con i parà del Tuscania
di Elena Panarella
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Martedì 16 Ottobre 2018, 16:07 - Ultimo aggiornamento: 18:58

La mimetica e il mitra come i militari di Strade sicure; a bordo del sommergibile Scirè con gli specialisti della Marina,  ai comandi caccia a reazione leggero T346 ed ora anche giù da 4.500 metri d’altezza con i paracadutisti del Tuscania. Sono le imprese del sottosegretario alla Difesa Angelo Tofalo che ha incontrato, nella sede di Livorno, il personale del 1° Reggimento Carabinieri Paracadutisti. Una prova, questa volta assai più impegnativa delle altre considerato il motto di queste truppe d'elite: "Se il destino è contro di noi, peggio per lui". 

«Sono orgoglioso di rappresentare professionisti altamente specializzati a cui vengono assegnati compiti molto delicati», ha detto Tofalo che assistendo a una esercitazione programmata, aggiunge «potervi osservare durante il vostro addestramento, condividere per quanto possibile le vostre esperienze sul campo e ascoltare le vostre testimonianze è per me un privilegio. Rappresentate una élite della Difesa al servizio del Paese». E poi ha eseguito un lancio in tandem con un istruttore, saltando da una quota di oltre 4500 metri, ovvero 50 secondi di caduta libera a 180 kmh prima che il militare aprisse la grande "vela" per poi scendere volteggiando fino a terra. E' vero che non mancano casi di centenari che hanni effettuati questi lanci in tandem, ma ugualmente non è lieve l'emozione che prova il neofita quando a quell'altezza si apre il portellone dell'aereo o dell'elicottero da cui ci si deve lanciare.
 



«Ho voluto dare un segnale forte di vicinanza a questi professionisti della sicurezza, mettendo la mia stessa vita in mano a chi ogni giorno difende gli interessi nazionali e rappresenta il Paese nel mondo», ha detto Tofalo che tra le deleghe assegnate dal Ministro della Difesa Elisabetta Trenta ha ricevuto quella relativa all’Arma dei Carabinieri.
Non c'è dubbio che, a questo ritmo, prima della fine del mandato, il sottosegretario "combat ready" avrà sperimentato tutte le le specialità di esercito, marina e aeronautica, detto anche che ai militari fa - giustamente - sempre piacere che un politico si metta nele loro divise anche solo per qualche ora. 

Ad accompagnarlo c’era il Generale di Corpo di Armata Sabino Cavaliere, alla guida del Comando delle unità mobili e specializzate carabinieri “Palidoro” da cui oggi dipende il “Tuscania” che fino al 2002 era posto alle dipendenze della Brigata Paracadutisti “Folgore” dell’Esercito. Il Reggimento “Tuscania”, con un organico di circa 500 unità, ha una doppia veste che gli consente di essere agile strumento di supporto in ambito tipicamente militare, con operazioni di occupazione preventiva, difesa delle posizioni, interdizione e contro-interdizione di aree specifiche, supporto a contingenti di Forze Armate in operazioni “fuori area” anche con funzioni di polizia militare, e forza di polizia in supporto all’Arma territoriale, per la sicurezza alle sedi diplomatiche in paesi a rischio e come scorta di personalità.

Gli aspiranti al Reggimento vengono sottoposti ad una dura selezione psicofisica per poi essere ammessi alla frequenza di un corso di 9 mesi in cui diventano paracadutisti, si addestrano di pattuglia, di plotone e all’impiego di armi e materiali speciali.
Superate queste prove, durante la permanenza nel battaglione, l’addestramento diventa permanente grazie all’acquisizione di nuove abilità e tecniche sempre più sofisticate. Le Missioni a cui hanno partecipato sono molteplici non ultima quella in Libia. Molto frequenti sono stati gli impieghi sul territorio nazionale nelle aree che, per caratteristiche morfologiche e socio-criminali, risultano difficilmente controllabili dalle forze di polizia territoriali; numerose operazioni antisequestro, anticontrabbando e anticrimine sono state condotte con successo in Sardegna, Sicilia, Calabria, Campania e Puglia.

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