DHL, maxi sequestro per oltre 20 milioni di euro: «Sfruttamento dei lavoratori e frode fiscale»

DHL, maxi sequestro per oltre 20mln di euro: «Sfruttamento dei lavoratori e frode fiscale»
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Lunedì 7 Giugno 2021, 14:39 - Ultimo aggiornamento: 8 Luglio, 15:01

Maxi sequestro alla DHL, società del colosso americano della logistica. La Guardia di Finanza del comando provinciale di Milano ha eseguito un decreto di sequestro preventivo per un controvalore di oltre 20 milioni di euro. Il «sistema» di cui si sarebbe avvalsa una società del gruppo della logistica Dhl «oltre che realizzare gravi condotte che agevolano lo sfruttamento dei lavoratori e che determinano pratiche di concorrenza sleale, comporta la emissione, prima e l'utilizzo, poi, di fatture per operazioni soggettivamente inesistenti». Lo scrive la Procura di Milano nel decreto eseguito dalla Gdf che ha sequestrato oltre 20 milioni di euro per una presunta maxi frode sull'Iva. Dall'inchiesta è emerso che, tra il 2016 e il 2019, sarebbero stati oltre 1500 i lavoratori assunti dalle finte cooperative che facevano parte del «sistema».

Le indagini - L'operazione scaturisce da un'indagine svolta dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Milano, unitamente alla contestuale attività ispettiva del Settore Contrasto Illeciti dell'Agenzia delle Entrate, durante la quale sono state eseguite, nelle provincie di Milano, Monza-Brianza, Lodi e Pavia, diverse perquisizioni nei confronti delle persone fisiche e giuridiche coinvolte.

L'indagine, secondo il comunicato della Gdf, ha portato alla scoperta di «una complessa frode fiscale caratterizzata dall'utilizzo di fatture soggettivamente inesistenti, da parte della multinazionale, e dalla stipula di fittizi contratti di appalto per la somministrazione di manodopera, effettuata in violazione della normativa di settore».

In particolare, ricostruendo la filiera della manodopera, è stato rilevato che i rapporti di lavoro con la società committente venivano schermati da un consorzio che si avvaleva a sua volta di 23 società cooperative (società serbatoio), che si avvicendavano nel tempo trasferendo la manodopera dall'una all'altra, omettendo sistematicamente il versamento dell'Iva e, nella maggior parte dei casi, degli oneri di natura previdenziale.

A Dhl Supply Chain è stata notificata «una informazione di garanzia in tema di responsabilità amministrativa degli enti in relazione agli illeciti penali commessi dai dirigenti della stessa».

I pm scrivo che la Dhl «abusa dei benefici offerti dal sistema illecito, neutralizzando il proprio cuneo fiscale mediante l'esternalizzazione della manodopera e di tutti gli oneri connessi». Dal documento si evince anche che, oltre alla Dhl Supply Chain Italy spa (per la legge sulla responsabilità degli enti), sono indagati Fedele De Vita, presidente della società fino al 2018, e Antonio Lombardo, presidente dal maggio 2018. Entrambi sono accusati di reati fiscali perché «al fine di evadere l'Iva, avvalendosi di fatture per operazioni giuridicamente inesistenti emesse dal Consorzio Industria dei Servizi, simulando contratti di appalto in vece di contratti di somministrazione di mano d'opera, nelle dichiarazioni Iva della DHL Supply Chain (Italy) Spa relativi alle annualità 2017, 2018, 2019, 2020, indicavano elementi passivi fittizi (IVA indetraibile) per un ammontare complessivo» di oltre 20,7 milioni di euro. Dhl, secondo l'accusa, avrebbe usato «fittizi contratti d'appalto per prestazioni di servizi» che in realtà «dissimulano l'unico, reale oggetto del negozio posto in essere tra le parti, ossia la mera somministrazione di personale effettuata in violazione delle norme che ne regolamentano la disciplina». Il sistema creato, scrive la Procura, 'mascherà «somministrazioni irregolari di manodopera a favore di committenti più o meno conniventi», Dhl in questo caso, «massimizzando guadagni illeciti in virtù del mancato pagamento delle imposte (dirette ed indirette), delle ritenute da lavoro dipendente e dei contributi previdenziali ed assicurativi».
 

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