Un vademecum della Farnesina per i 2113 italiani detenuti all'estero

Un vademecum della Farnesina per i 2113 italiani detenuti all'estero
2 Minuti di Lettura
Martedì 19 Novembre 2019, 22:06
 Un vademecum per i detenuti all'estero e per i loro familiari. Lo ha messo a punto la Farnesina per tutte quelle persone finite nelle carceri straniere dove il regime di detenzione è particolarmente duro e violento. Sono 2113 gli italiani arrestati fuori dall'Italia, e di questi, 500, sono rinchiusi in Paesi dove la loro incolumità è a rischio. Le regole consigliate dal ministero degli Esteri, spiegano quale strada seguire per ricevere aiuto dalle Ambasciate e dai Consolati italiani. «I due terzi dei detenuti italiani all'estero - ha sottolineato il sottosegretario agli Esteri, Manlio Di Stefano, nel presentare la guida - sono reclusi in carceri dell'Unione Europea dove le condizioni di vita e il rispetto dei diritti umani sono garantiti. Altri 500 invece vivono situazioni di gravi limitazione delle basilari libertà personali, in istituti sovraffollati con anche 100 detenuti in una cella».
Casi difficili di persone che si trovano in una condizione particolarmente dura per le difficoltà della lingua, la non conoscenza del diritto locale, il regime carcerario particolarmente violento, spesso nell'impossibilità di ricevere cure mediche appropriate e in più spesso lontanissimi dai familiari. Da qui il vademecum messo a punto dalla Direzione generale per gli Italiani all'Estero della Farnesina. La guida è stata concepita come uno strumento agile e di facile consultazione in grado di offrire un sostegno concreto soprattutto ai congiunti di un connazionale detenuto all'estero, per rispondere alle domande più frequenti sul tipo di assistenza alla quale il loro familiare ha diritto, a prescindere dal reato commesso e dalla pena comminata. Il punto da cui parte è che quando un cittadino italiano si reca all'estero è tenuto a rispettare le leggi locali e, se le viola, deve sottoporsi al sistema giudiziario del Paese in cui si trova e pagarne le conseguenze anche penali. La condizione di straniero o la mancata conoscenza della normativa locale non possono essere addotte quale giustificazione e non lo esonerano dalla responsabilità penale. 
Il vademecum spiega, dunque, con precisione cosa la rappresentanza diplomatica può o non può fare in favore del cittadino detenuto, lo guida nelle pratiche per la richiesta di estradizione o di grazia. «A fronte di poco più di 2 mila italiani detenuti all'estero - ha spiegato il capo Dipartimento dell'Amministrazione penitenziaria del Ministero della Giustizia, Francesco Basentini - in Italia sono 20 mila i detenuti stranieri.
Sarebbe dunque importante, in vista anche del reinserimento e recupero del detenuto, assicurare a tutti di poter scontare la pena nel proprio paese di origine».
© RIPRODUZIONE RISERVATA