Affido condiviso, da Milano a Roma le piazze contro il ddl Pillon

Affido, da Milano a Roma le piazze contro il ddl Pillon
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Sabato 10 Novembre 2018, 14:29 - Ultimo aggiornamento: 19:03

Uno no netto al ddl Pillon. Per questo motivo oggi le piazze di molte città italiane, da Milano a Napoli, fino a Palermo, si sono idealmente unite per chiedere che "non venga approvato". «L'impostazione culturale del ddl Pillon è un salto indietro nel medioevo perché spesso nelle relazioni familiari c'è molto dolore: dobbiamo impedire che cresca e diventi un dramma».

Torino, in piazza il popolo del sì. «Siamo 30.000». Lega contro M5S

 

 

Ha detto il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti che stamattina ha partecipato al presidio organizzato a Roma contro il testo di legge su separazione e affidi. Zingaretti ha sottoscritto al banchetto in piazza la petizione per il ritiro del ddl. Nella manifestazione di Roma, che si è conclusa con 'Bella Ciaò, in piazza Madonna del Loreto erano centinaia le donne che hanno partecipato. le militanti di 'Non una di menò vestite di rosso come le protagoniste della serie tv 'Handmaid's Tale?', ambientata in una società del futuro maschilista e patriarcale. Dal palco i vari interventi delle associazioni femminili e non solo, tra cui una 'papessà: «Ci vogliono ancelle - ha detto la donna vestita da pontefice - il ddl Pillon è una vendetta nei nostri confronti e noi lo bloccheremo».
 


E a Milano associazioni, partiti, sindacati e cittadini si sono riuniti in piazza della Scala. «Nessuno dica che questa proposta di legge deve essere modificata - afferma Pierfrancesco Majorino, assessore alle Politiche sociali della Giunta Sala - deve, invece, essere cancellata completamente dato che non è in grado di affrontare il tema vero del sostegno ai genitori che si separano. Il timore è che si tratti di un primo passo teso a smontare decenni di diritti sociali». Stessa lunghezza d'onda della piazza di Napoli dove il comitato 'No Pillon' pensa che il decreto «comprometterebbe anni di battaglie e di sacrifici: li vanificherebbe. Va ritirato, non modificato».

Non uno dei punti del disegno di legge può esser «accettato». «Il minore e il genitore debole, troppo spesso e nella maggior parte dei casi la donna - evidenziano i manifestanti - diventano bersaglio di questa legge. Vengono messi in una posizione autorizzata di debolezza». Dito puntato anche contro la norma che prende che il bambino passi un periodo di tempo con la madre e un altro con il padre. In sostanza, dicono dal comitato 'No Pillon', il disegno di legge «riporta indietro l'Italia di almeno 50 anni e che conferma come i diritti delle donne siano acquisti e non innati e, di conseguenza, sempre in discussione e a rischio di essere negati».

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