Dante viene attaccato in Germania. Accade sulle pagine del quotidiano Frankfurter Rundschau. L’Italia avrebbe ben poco da festeggiare, sottintende il fondatore della testata e traduttore Arno Widmann, affermando che il Sommo Poeta era “anni luce dietro a Shakespeare” e che poco avrebbe a che vedere con la nascita della lingua italiana. Il ministro della Cultura Dario Franceschini ha voluto replicare alle parole del quotidiano tedesco con un tweet, che cita un famoso verso dantesco tratto dall’Inferno: «Non ragioniam di lor, ma guarda e passa».
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Widmann dice che il nostro Paese loda Dante «perché ha portato la lingua alle altezze della grande letteratura: si è costruito la lingua per la sua opera e da questa lingua è nata la lingua dei suoi lettori e poi dell’Italia».
La stessa Commedia, insinua Widmann, non sarebbe affatto una trovata originale, ma sarebbe stata preceduta da poema mistico arabo in cui si narra l’esperienza dell’ascesa al Cielo, come sottolineato dallo studioso spagnolo Asín Palacios nel 1919. La versione di Palacios, dice il quotidiano d’oltralpe, sarebbe stata smentita dagli studiosi nostrani che “vedevano minacciata l’originalità del loro eroe Dante”. Arriva poi un sarcastico invito a “non fare un torto a Dante, sottovalutando la sua spregiudicata ambizione” perché in verità “potrebbe aver sognato, col suo viaggio cristiano nell’aldilà, di fare un colpaccio ai danni del poema arabo”. Nemmeno l’amore tra uomo e donna come via di elevazione spirituale sarebbe invenzione del Sommo Poeta, ma deriverebbe - continua Widmann - “da Lutero e dalla Riforma”. Dalle colonne del Frankfurter Rundschau, infine, una frecciata viene rivolta allo scrittore statunitense naturalizzato britannico T.S. Eliot, che in un famoso saggio del 1929 si sarebbe reso colpevole di aver accostato Dante a Shakespeare.
«Inaccettabili le parole del giornale tedesco Frankfurter Rundschau contro Dante Alighieri, simbolo nazionale e poeta universale», commenta il capogruppo di FdI in commissione Cultura, Federico Mollicone. «Non ci permetteremmo mai di sminuire la grandezza di Goethe, peraltro ammiratore della bellezza, dell'arte e del paesaggio italiano. I ministri Dario Franceschini e Luigi Di Maio chiedano le scuse ufficiali dai rispettivi omologhi Monika Grutters e Heiko Mass per questo oltraggio a un simbolo nazionale».
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