Caso Cucchi, il racconto del carabiniere: «Spinte e calci in faccia: tentai di fermarli»

Caso Cucchi, il racconto del carabiniere: «Spinte e calci in faccia: tentai di fermarli»
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Giovedì 11 Ottobre 2018, 13:40 - Ultimo aggiornamento: 15:35
«Gli dissi 'basta, che c...fate, non vi permettete». Queste le parole che Francesco Tedesco disse ai suoi colleghi carabinieri Di Bernardo e D'Alessandro (anche loro imputati come lui di omicidio preterintenzionale, ndr) mentre uno «colpiva Cucchi con uno schiaffo violento in volto» e l'altro «gli dava un forte calcio con la punta del piede». È quanto si legge nel verbale di interrogatorio di Tedesco del 9 luglio 2018.

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«Fu un'azione combinata, Cucchi prima iniziò a perdere l'equilibrio per il calcio di D'Alessandro poi ci fu la violenta spinta di Di Bernardo che gli fede perdere l'equilibrio provocandone una violenta caduta sul bacino. Anche la successiva botta alla testa fu violenta, ricordo di avere sentito il rumore», racconta Francesco Tedesco. «Spinsi Di Bernardo -aggiunge Tedesco- ma D'Alessandro colpì con un calcio in faccia Cucchi mentre questi era sdraiato a terra».

 

​«Iniziai ad avere paura anche per un'altra ragione e cioé perché quando ero in ferie fui contattato da D'Alessandro e Di Bernardo i quali mi dissero che avrei dovuto farmi i c...
miei». Si legge ancora nel verbale del carabiniere: «Il D'Alessandro, inoltre, mi aveva detto di aver cancellato quanto lui aveva scritto sul registro del fotosegnalamento». Tedesco ha anche parlato del suo rapporto con il maresciallo Mandolini, allora comandante della stazione Appia dove fu portato Cucchi che, secondo quanto sostiene Tedesco, sapeva di ciò che era accaduto. «Quando dovevo essere sentito dal Pm, il maresciallo Mandolini non mi minacciò esplicitamente ma aveva un modo di fare che non mi faceva stare sereno», mette a verbale Tedesco. E riferisce che prima di recarsi a piazzale Clodio per il primo interrogatorio del Pm, Mandolini gli disse: «Tu gli devi dire che stava bene, gli devi dire quello che è successo, che stava bene e che non è successo niente...capisci a me, poi ci penso io, non ti preoccupare».
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