Uccide ladro, Fredy in lacrime davanti ai pm. Così è morto il moldavo: «Choc emorragico mentre fuggiva». Folla alla fiaccolata

Uccide ladro, Fredy in lacrime davanti ai pm. Così è morto il moldavo: «Choc emorragico mentre fuggiva»
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Venerdì 30 Novembre 2018, 21:07 - Ultimo aggiornamento: 22:46

Era sconvolto, Fredy Pacini, talmente sconvolto da essere scoppiato in lacrime, per poi avvalersi della facoltà di non rispondere all'interrogatorio di questo pomeriggio davanti al pm Andrea Claudiani: secondo quanto riferito dai suoi legali, che hanno spiegato che aspetteranno la relazione sull'autopsia - attesa tra 60 giorni - e che hanno chiesto al pm di effettuare un sopralluogo alla ditta di Pacini, «Fredy si è avvalso della facoltà di non rispondere non perché non vuole rispondere al pubblico ministero ma perché vuole aspettare che il medico legale depositi la relazione sull'autopsia».
 

 

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«Abbiamo ritenuto opportuno che fosse prematuro rilasciare dichiarazioni, soprattutto al pubblico ministero, in questo momento». «Abbiamo deciso - hanno spiegato ancora - di attendere questi 60 giorni e vedere le risultanze medico legali dell'autopsia in maniera più certa e accurate», «inoltre c'è bisogno di un nuovo sopralluogo, posto che ci sono delle dinamiche da comprendere meglio sulle traiettorie. Con queste risultanze, c'è necessità di prendere i nostri tempi».



I difensori di Pacini hanno riferito che «c'è stata un'emorragia interna provocata dal proiettile sparato dalla pistola di Pacini» sottolineando che «le traiettorie ancora sono indefinite». «Il sopralluogo - hanno detto - lo abbiamo richiesto perché ci sono criticità sulla direzione di questo proiettile» mortale «e il pm ha dato la sua disponibilità» a farlo. A una domanda se sospettino una deviazione, un rimbalzo del proiettile, i difensori di Pacini hanno risposto, senza sbilanciarsi «perché c'è il segreto istruttorio», dicendo che sulla traiettoria «ci sono tre ipotesi alternative».

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Sulla possibilità di una perizia balistica nel caso che l'autopsia non dia risposte esaustive sui due spari che hanno colpito il moldavo, i difensori di Pacini hanno detto che «potrebbe disporla il consulente» della procura ma «non sappiamo se avrà intenzione di farla. Se la farà ce ne avvarremo, se non la farà probabilmente sarà nostro interesse nominare un nostro consulente tecnico del caso» per effettuarla. «Pacini - hanno concluso gli avvocati - è fortemente provato e non è sua intenzione da qui a 60 giorni di rilasciare dichiarazioni in merito alla condotta che ha tenuto. Verranno fatte dichiarazioni solo davanti al pubblico ministero, con cui ci siamo concordati, con la consulenza medica in mano e il sopralluogo che dovrà essere fatto nei prossimi giorni».

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SCONVOLTO, E' SCOPPIATO IN LACRIME Fredy era visibilmente sconvolto ed è scoppiato in lacrime davanti al pm Andrea Claudiani, dove si è avvalso della facoltà di non rispondere nell'interrogatorio fissato riguardo all'uccisione del moldavo sorpreso a rubare nella sua ditta, fatto per cui è indagato, si apprende ad Arezzo dopo che il commerciante di Monte San Savino ha lasciato il Palazzo di giustizia. «Pacini ha realizzato di aver ucciso un uomo di 29 anni ed era sconvolto», si riporta da fonti vicine all'inchiesta.


Paciniè stato fatto uscire da un ingresso secondario del palazzo di giustizia di Arezzo per evitare di incontrare giornalisti e telecamere assiepati all'abituale ingresso all'edificio. «Fredy Pacini sta vivendo in modo traumatico quanto è successo», hanno detto i suoi difensori Giacomo Chiuchini e Alessandra Cheli al termine dell'interrogatorio: «Finora è stato molto forte ma quando si è trovato davanti al pubblico ministero ha rivissuto quel momento tragico perché dobbiamo ricordarci che la morte di una persona è la prima cosa che è avvenuta. Quindi tristezza e rammarico per quello che è successo»

A SKY: "NON SO QUANTI FURTI HO DENUNCIATO" «Non lo so quanti furti ho denunciato», ha risposto Pacini a SkyTg24 mentre stamani raggiungeva lo studio dei suoi avvocati difensori ad Arezzo prima di andare negli uffici della procura dove poi si è avvalso della facoltà di non rispondere. Al commerciante di Monte San Savino, che comunque ha ribadito anche in questa circostanza di voler fare eventuali dichiarazioni pubbliche solo «quando avrò chiarito la mia posizione processuale», era stato chiesto perché risultano sei denunce di furto o tentato furto invece dei 38 'colpi' subiti nella ditta di cui si parla in questi giorni. L'avvocato Alessandra Chesi è intervenuta spiegando che «non tutti i furti risultano denunciati perché il cittadino ad un certo punto se non vede risultati smette di denunciare». A Pacini è stato anche chiesto cosa ne pensi del suo paese dove viene fatta una fiaccolata a suo sostegno: «Di questo sono contento, poi vediamo il seguito», ha risposto. 



MORTO PER CHOC EMORRAGICO Vitalie Tonjoc, il moldavo ucciso da Pacini, è morto per uno choc emorragico mentre scappava durante il tentativo di furto in piena notte nell'azienda di Fredy che gli ha sparato. È uno dei primi risultati emersi dall'autopsia che si è conclusa verso le 15.30 all'obitorio di Arezzo. Secondo quanto si apprende, il 29enne è stato raggiunto da due proiettili. Uno lo ha colpito vicino a un ginocchio, l'altro è andato più alto, vicino al bacino e non c'è foro di uscita: questo secondo colpo potrebbe aver leso un'arteria, probabilmente la femorale, che ha causato un dissanguamento interno. Il proiettile è stato individuato. Inoltre, uno sparo ha raggiunto frontalmente, davanti, il moldavo a una gamba, l'altro, quello più in alto, è stato un colpo frontale-laterale e sarebbe stato quello mortale.

C'ERA ORDINE CARCERAZIONE PER FURTI I carabinieri di Arezzo nei loro accertamenti hanno scoperto che il moldavo Vitalie Tonjoc aveva numerosi precedenti per furti in Italia e che su di lui gravava un'ordine di carcerazione della procura di Milano, si apprende da fonti ad Arezzo. Inoltre è emerso che il passaporto usato per rientrare in Italia il settembre scorso riporta accanto al suo nome il cognome della moglie, cosa che in Moldavia è possibile fare e che gli consentiva di non essere identificato in caso di eventuali controlli.

FOLLA ALLA FIACCOLATA Oltre 1.500 persone alla fiaccolata promossa in sostegno di Fredy Pacini, il commerciante che ha sparato e ucciso un 29enne durante un tentativo di furto nella sua ditta nella notte del 28 novembre.
Tra i manifestanti anche persone arrivate da altre città della Toscana e anche dall'Umbria. Ad aprire la fiaccolata uno striscione con scritto 'Io sto con Fredy'. E 'Io sto con Fredy' è quanto viene ripetuto dai manifestanti. Il nome del commerciante viene ripetuto anche accompagnato da applausi. Tra le altre grida 'Difesa sempre legittimà e 'Legittima diesà. Il corteo ha sfilato per le vie del centro storico con anche conseguenze per il traffico rimasto temporaneamente bloccato.

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