Stanchi di promesse che non si traducono in fatti, i risparmiatori della New Financial Technology vogliono risolvere la questione senza ricorrere alle vie legali. Vogliono, cioè, andare a Dubai per parlare direttamente con chi ha gestito i soldi da loro investiti, con la promessa di rendimenti del 10 per cento mensile grazie ad un presunto arbitraggio sulle criptovalute. E si sono ritrovati, invece, con un pugno di mosche in mano. La conferma arriva dall'avvocato Matteo Moschini, del Movimento a difesa del cittadino, che da solo rappresenta oltre 100 presunti truffati.
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LA RABBIA
«Ricevo telefonate di singoli investitori, soprattutto gente che non intende rivolgersi alle comuni vie legali per cercare tutela, ma è intenzionato a parlare, faccia a faccia, con i maggiori responsabili di questo crack. Vogliono che fornisca loro indirizzi, recapiti telefonici e contatti con l'idea di andare alla fonte, di avere un confronto diretto per cercare di recuperare, almeno in parte, le somme investite. Ovviamente, io non fornirò mai recapiti e indirizzi. Ma è chiara la strada che stanno prendendo alcuni investitori. Vogliono tornare in possesso delle somme investite, che hanno visto sparire nel nulla. E sono disposti a tentare qualunque strada» sottolinea l'avvocato Moschini. Che aggiunge anche un'altra annotazione: «In questi ultimi giorni stanno estendendosi, d'altro canto, anche coloro che si decidono a sporgere denuncia contro la Nft. Questa impennata di denuncia - parliamo di 15 querele in una settimana e sono molte - la registro dal 21 novembre, quando i rimborsi promessi e assicurativi dalla New Financial Technology avrebbero dovuto essere corrisposti ai propri clienti. Invece, evidentemente l'idea era quella di prendere tempo e far scadere il termine dei 90 giorni per sporgere querela. E nessun euro è stato restituito».
IL BUBBONE
I fatti scoppiano ad agosto quando viene registrato il crac: pagamenti sospesi, i promotori Visentin, Mauro Rizzato ed Emanuele Giullini spariti tra Dubai e Lugano. La Finanza indaga insieme a due procure, ora è rimasta solo quella di Treviso. E quattromila investitori rimasti a bocca asciutta.
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