Covid Veneto, Luca Zaia: «Terapie intensive come il 19 marzo, ordinanza anti-assembramenti»

Covid Veneto, Zaia: «Terapie intensive al livello del 19 marzo, domani ordinanza anti-assembramenti»
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Mercoledì 11 Novembre 2020, 13:08 - Ultimo aggiornamento: 12 Novembre, 10:36

«Siamo nella fase di turbolenza: con 1.772 ricoverati siamo al livello raggiunto il 30 marzo, come terapie intensive siamo al 19 marzo». Lo sottolinea il Presidente del Veneto Luca Zaia aggiornando i dati di oggi. «Abbiamo ricoveri che pesano - aggiunge - stiamo riaprendo in continuazione reparti per ricoverare i pazienti». Per giovedì, ha annunciato Zaia, ci sarà un'ordinanza anti-assembramenti. 

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«Nel primo pomeriggio sarò in videoconferenza con i colleghi di Emilia Romagna Stefano Bonaccini e del Friuli Venezia Giulia Massimiliano Fedriga», ha annunciato Zaia. «Ieri abbiamo avuto l'incontro con tutti i sindaci dei comuni capoluogo e tutti si sono detti estremamente preoccupati per la situazione.

Tutti hanno detto si faccia quel che è necessario con grande spirito di squadra». Zaia ha anche tenuto a sottolineare che «l'ordinanza non ci è stata chiesta da nessuno, non abbiamo una spada di Damocle sulla testa per evitare di passare di fascia. Ma l'ordinanza è necessaria di fronte alle scene viste nello scorso fine settimana. Piazze dei centri storici piene di gente».

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 Ad una domanda dei giornalisti, Zaia ammette che la guerra al Covid gli è costata una nuova lettera di minaccia ricevuta una settimana fa, stavolta da parte delle Nuove Brigate Rosse. «Testimonia - commenta - il clima sempre più pesante che si respira». Il Veneto per bocca del governatore si dice pronto a organizzare una campagna vaccinale in grande stile contro il Covid. «Stiamo guardando con attenzione alle notizie che riguardano i vaccini» rileva, spiegando che «va garantita la catena del freddo». «Siamo pronti a somministrarli - conclude - in maniera molto rapida».

Ha preso intanto il via in tutta Italia l'operazione di computo dei test rapidi antigenici nel totale di quelli giornalmente effettuati, utilizzato per determinare il rapporto tra positività riscontrate e campioni effettuati, da tempo richiesta dalla Regione del Veneto. La Direzione Prevenzione del Veneto ha ricevuto dalla Direzione Generale della Prevenzione del Ministero della Salute una comunicazione formale, nella quale si chiede, al fine di quantificare il contributo dei test rapidi antigenici utilizzati durante questa fase della pandemia, di conoscere - a livello regionale - entro le ore 20 di domani il numero totale di test rapidi antigenici effettuati durante la settimana dal 2 all' 8 novembre; il numero totale di test rapidi antigenici risultati positivi durante la settimana.

E poi il numero totale di casi Covid-19 identificati esclusivamente dal test rapido antigenico positivo che sono stati caricati sulla piattaforma dell'Istituto Superiore di Sanità durante la settimana dal 2 all' 8 novembre (specificando, se differenti, il numero totale dei casi covid-19 inseriti nella banca dati dei casi aggregati e nella banca dati dei casi singoli, sempre dal 2 all' 8 novembre).

«Accogliamo con soddisfazione questo invito e risponderemo con assoluta tempestività e precisione - commenta il Presidente della Regione Luca Zaia - perché il calcolo dei tamponi rapidi nel computo di quelli effettuati a livello nazionale era una richiesta che proprio il Veneto avanzava da tempo, e con ottime ragioni. Dopo la validazione dell'Istituto Spallanzani e dell'Istituto Superiore di Sanità del test rapido, sul quale il Veneto è stato pioniere con il lavoro del dottor Roberto Rigoli, coordinatore delle 14 microbiologie pubbliche del Veneto, moltissime Regioni hanno seguito l'esempio del Veneto, e il tampone rapido è divenuto prassi comune e diffusa per rispondere di più e meglio all'esigenza sempre più stringente di avere campionamenti il più numerosi possibile». È una vittoria del Veneto, aggiunge il Governatore, ma anche «di tutta quell'Italia pronta, come noi, a introdurre tutte le innovazioni possibili nella lotta al Covid-19».

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