Covid, caccia ai vaccinatori: in ballo anche i dentisti. La Ue: forniture garantite

Covid, caccia ai vaccinatori: in ballo anche i dentisti. La Ue: forniture garantite
di Francesco Malfetano e Cristiana Mangani
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Mercoledì 10 Marzo 2021, 01:14 - Ultimo aggiornamento: 11:32

Allargare la platea dei somministratori dei vaccini in vista dell’arrivo stimato di circa 36 milioni di dosi a partire da aprile. È questo uno degli obiettivi principali a cui sta lavorando il commissario per l’Emergenza Francesco Paolo Figliuolo, che presenterà il nuovo piano vaccinale venerdì, probabilmente dopo averlo illustrato il giorno prima alla Conferenza delle Regioni. Nella stessa giornata anche il premier Draghi sarà in visita nell’hub di Fiumicino per la sua prima uscita pubblica. Un’occasione in cui il presidente del Consiglio solleciterà l’intervento nella campagna di vaccinazione dei medici di famiglia, ma soprattutto dei volontari: un piccolo esercito composto da 300 mila operatori che potrebbero contribuire ad accelerare, e di parecchio, le operazioni per la somministrazione dei vaccini. Nello stesso momento, la struttura del Commissario straordinario sta lavorando con gli ordini professionali per coinvolgere nel piano anche gli odontoiatri che hanno un potenziale di 60 mila professionisti, con specifiche conoscenze nella diagnostica e nell’emergenza. 

Intanto però, mentre ieri AstraZeneca ha consegnato con 24 ore di anticipo circa 700mila dosi, la nuova strategia rischia di dover già fare i conti con nuovi ritardi nelle consegne.

Per diverse fonti vicine alla Commissione Ue, Johnson & Johnson avrebbe comunicato all’Europa uno slittamento nella distribuzione delle 55 milioni di dosi previste per il secondo trimestre (7,3 destinate all’Italia), salvo precisare in serata che questo non intaccherà il totale di 200 milioni di dosi previste per il 2021. Un inciampo, vero o presunto, che ora non preoccupa l’Italia perché l’assenza di un’approvazione dell’Ema e dell’Aifa (in arrivo rispettivamente domani e dopodomani) ha spinto a non fare particolare affidamento sul vaccino J&J per l’immediato futuro.

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Gli accordi

Intanto la struttura commissariale continua a trattare con sindacati e associazioni di categoria per ampliare il personale a disposizione. Ad esempio si lavora a degli accordi con odontoiatri e farmacisti. Con questi ultimi, dopo l’apertura arrivata nel Lazio, si ragiona su un’intesa nazionale che renderebbe la rete di 19 mila strutture distribuita sulla Penisola, un avamposto del piano vaccinale sfruttando i drive-through della Difesa già messi in piedi per i test molecolari. Un accordo di questo tipo lo si sta discutendo anche con i dentisti. I 63 mila professionisti iscritti all’albo, come già avviene in altri Paesi, potrebbero scendere in campo affiancandosi al sistema sanitario nazionale, ai medici di medicina generale e agli specializzandi.

Inoltre il commissario ha in mente di cambiare il metodo con cui vengono gestite oggi le criticità nei vari territori. Non solo una nuova centralità della piattaforma già sviluppata da Poste per prenotare il vaccino e gestire gli appuntamenti via app o sms (oggi usata solo da 6 regioni) quanto un monitoraggio più efficiente della distribuzione. L’idea è quella di “militarizzare” la gestione dei dati sulle inoculazioni prevedendo, proprio come già avviene per le unità militari (ma non per le regioni che vanno in ordine sparso per ogni singola Asl), che i territori inviino ogni giorno alla stessa ora un report giornaliero che abbia al suo interno tutte le informazioni impilate in maniera standardizzata. Un po’ di ordine, nel caos attuale. 
 

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