Covid, Speranza: «Italiani tranquilli, non vi richiuderemo a casa. Non ci sarà un nuovo lockdown»

Covid, Speranza: «Italiani tranquilli, non vi richiuderemo a casa»
di Alberto Gentili
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Domenica 23 Agosto 2020, 00:42 - Ultimo aggiornamento: 17:03

«Sono stato tra quelli che con maggior rigore ha seguito dall’inizio dell’emergenza la strada della massima cautela. E ho sempre detto che la battaglia contro il Covid-19 non era e non è vinta e che andava e va tenuta alta la guardia. Ma sono ottimista e posso rassicurare gli italiani: non torneranno a essere chiusi in casa, non adotteremo la misura estrema del lockdown totale. Come può scrivere a caratteri cubitali che le scuole riapriranno. Punto e basta». Intercettato al rientro da una vacanza di appena tre giorni in Basilicata, il ministro della Salute, Roberto Speranza, non appare particolarmente preoccupato dall’impennata dei contagi (ieri hanno superato quota mille) che in alcune Regioni, come nel Lazio, sono superiori a quelli registrati nella fase acuta del lockdown.

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LE RAGIONI DELL’OTTIMISMO

L’ottimismo di Speranza, che resta comunque «cauto e prudente», è fondato sul fatto che «il Servizio sanitario nazionale è stato rafforzato e non rischia più il collasso come quando c’erano solo 5.170 posti in terapia intensiva, di cui l’80-85% già saturo. Ora abbiamo raddoppiato i posti». In più, «il quadro attuale non è paragonabile a febbraio-marzo, quando la situazione era fuori controllo, non avevamo un meccanismo di monitoraggio e un sistema per tracciare i contagi». A rassicurare il responsabile della Salute è inoltre e soprattutto il fatto che è «cambiata la consistenza anagrafica dei contagiati»: «Ora abbiamo un numero di giovani coinvolti molto più elevato di prima, tant’è che l’età media si è abbassata a 30-32 anni. Questo produce in minore impatto sul Servizio sanitario nazionale perché i giovani spesso sono asintomatici, devono a volte limitarsi a restare a casa con un po’ di febbre e tosse, e ciò non provoca una ricaduta sugli ospedali, mentre prima», quando l’epidemia colpiva gli ultrasessantenni, «c’era una forte pressione sulle strutture sanitarie e sulle terapie intensive». Per il ministro, l’impennata dei contagi è un fenomeno europeo: «E’ in corso una recrudescenza dell’epidemia, basta vedere cosa accade negli altri Paesi dell’Unione. In Francia e Spagna si registrano tremila-quattromila nuovi casi al giorno e la Germania ne conta circa duemila. Questo è il risultato del progressivo allentamento del lockdown. Ma non è nulla di sorprendente o di eclatante. Francesi e spagnoli stanno gestendo l’impennata senza ricorrere a nuove misure di contenimento, tengono la situazione sotto controllo. A maggior ragione non va verso un lockdown nazionale l’Italia che ha un quarto dei contagi». In ogni caso c’è un coordinamento con Parigi, Berlino e Madrid per evitare chiusure nazionali. Ciò detto, il ministro della Salute chiede agli italiani «di tenere comportamenti seri e rigorosi».
 

LE REGIONI

E alle Regioni di aumentare e implementare i controlli: «Negli aeroporti, dopo che ho fatto l’ordinanza per controllare chi rientrava da Spagna, Grecia, Malta e Croazia, stiamo trovando tanti casi. Circa 200-300 al giorno. E questo ci permette, utilizzando la quarantena, di evitare che chi ha contratto il virus vada in giro e contagi altre persone». Il governatore del Lazio Nicola Zingaretti in queste ore ha chiesto al ministero della Salute di effettuare i tamponi ai passeggeri prima della partenza dei traghetti dalla Sardegna. E Speranza replica così: «Più controlli si fanno, meglio è. E stiamo lavorando per favorire l’intesa tra la Sardegna e il Lazio perché il compito è delle Regioni, non del mio dicastero: la Sanità a livello esecutivo è organizzata su base regionale. E a tutte le Regioni stiamo chiedendo di intensificare i controlli, di aumentare il numero dei tamponi nei porti, aeroporti e treni. Questa però non è materia per un’ordinanza. In ogni caso l’indagine di sieroprevalenza ha evidenziato che le Isole sono allo 0,3%, mentre in Lombardia il 7,5% della popolazione è entrata in contatto con il virus». A maggior ragione «non ci sono le condizioni per chiudere i collegamenti tra le Regioni con mezza Italia in vacanza».
 

«SCARICATE IMMUNI»

Speranza lancia due appelli. Il primo a tutti gli italiani: «L’app Immuni va rilanciata. Siamo arrivati a circa 5 milioni di dispositivi che l’hanno scaricata, ma si deve migliorare. Ciò sarebbe un beneficio per tutti». Il secondo ai giovani: «Chiedo ai ragazzi di avere atteggiamenti responsabili per tenere la curva dei contagi sotto controllo e per tutelare genitori e nonni che vedono tornando dalle vacanze». Il ministro poi fotografa la situazione: «Siamo in una fase di convivenza con il virus, in cui ci prendiamo dei rischi sapendo che il rischio zero non esiste e che è naturale un tasso tollerabile di circolazione del Covid-19. Ma vanno evitati rischi inutili, per questo abbiamo fatto l’ordinanza per chiudere le discoteche. E sia chiaro: il governo non ne ha mai autorizzata l’apertura, è scritto nero su bianco in tutti i Dpcm. Anche nell’ultimo del 7 agosto. Sono state alcune Regioni a farlo, costringendomi a intervenire con un’ordinanza».
 

IL CASO TEDESCO

Un capitolo a parte merita la scuola. In Germania già oltre cento istituti scolastici, appena riaperti, sono stati chiusi: «Studierò con attenzione nelle prossime ore il caso tedesco assieme al mio omologo Jens Spahn. Ma ripeto: a settembre le scuole si aprono e lavoreremo per lasciarle aperte. Ciò che accade in Germania non può cambiare in alcun modo la nostra valutazione».
 

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