Covid, l'ipotesi scuole aperte 10 giorni prima di Natale: la data è il 14 dicembre

Covid, l'ipotesi scuole aperte 10 giorni prima di Natale
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Martedì 1 Dicembre 2020, 20:38 - Ultimo aggiornamento: 20:44

Scuola - C'è una nuova data, anche se ancora ipotetica, per il ritorno sui banchi degli studenti. È quella del 14 dicembre e a farla è stato Giuseppe Conte durante la riunione dei capigruppo di maggioranza sul prossimo dpcm. Dieci giorni, per provare a restituire un pò di normalità ai ragazzi, o almeno ad una parte di loro qualora il rientro non riguardasse tutti, e dar loro quello che il premier ha definito «un bel segnale».

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Contrastanti, per ora, le reazioni dei partiti alla proposta di ridimensionare la didattica a distanza, che dovrà comunque avere il via libera degli esperti del Cts. Favorevole Italia dei valori, che chiede però trasporti adeguati, contrari gli altri schieramenti, mentre in Piemonte la protesta contro la didattica a distanza anche per le seconde e terze medie è finita davanti al Tar. Il dibattito in corso in questi giorni se far tornare i ragazzi nelle aule a dicembre o direttamente il 7 gennaio, dopo le vacanze di Natale, non si ferma. Non è un mistero che la ministra Lucia Azzolina voglia riportare in classe gli studenti, per quanto in modo graduale, nonostante la Commissione Ue sia dell'idea opposta e inviti addirittura ad allungare di una settimana le vacanze di fine anno.

 

«Ci pensino bene e valutino con attenzione», è l'invito al governo del presidente dell'Associazione Nazionale Presidi, Antonello Giannelli. «Capisco l'operazione simbolica - aggiunge - ma mi chiedo cosa possa accedere nei grandi centri dove i trasporti non sono pronti». Come i dirigenti scolastici sembra pensare la maggioranza degli italiani. Secondo il sondaggio settimanale della Swg «Radar. Niente sarà più come prima #Covidisruption», il 55% degli intervistati crede sia meglio riaprire tutte le scuole dopo le festività, anche se cresce la percezione che le misure di contrasto al Covid-19 assunte fino ad ora nelle scuole siano adeguate.

A preoccupare, più che le aule, sono i trasporti: quasi il 50% degli intervistati crede che i propri figli possano contagiarsi sui mezzi pubblici.

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Il campione si spacca invece sull'ipotesi di utilizzo strutturale della Dad e di riforma dei calendari scolastici: dice sì alla Dad il 64% per i genitori con figli nella scuola secondaria di primo grado, mentre il 51% è favorevole a rivedere il calendario scolastico, riducendo le vacanze estive. Non guarda alle percentuali dei sondaggi, ma a quelle fornite dagli epidemiologi sui contagi, è il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, che questa sera è tornato a spiegare le ragioni del suo no alle lezioni in presenza anche per le scuole medie in un incontro virtuale con alcuni studenti che da settimane ormai protestano contro la didattica a distanza. Ragioni che non sono bastate ad evitare che un centinaio di genitori sottoscrivesse il ricorso al Tar contro la decisione del governatore. «Saremo soddisfatti - dicono i ragazzi - solo quando torneremo a scuola».

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