Covid, le due facce di Napoli: folla al mare e malati curati in macchina

Covid, le due facce di Napoli: folla al mare e malati curati in macchina
di Paolo Barbuto
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Domenica 8 Novembre 2020, 07:33 - Ultimo aggiornamento: 14:25

Folla festante sul lungomare, coda disperata al pronto soccorso dell'Ospedale Cotugno; assembramenti gioiosi in costume sulla spiaggia delle Monache, corsa al salvataggio dei pazienti, con tute protettive, all'arrivo delle ambulanze. Quanto sembrano distanti gli scatti che abbiamo messo a confronto in questa pagina? Beh, sappiate che le immagini sono state scattate alla stessa ora nella stessa città, Napoli, a una distanza in linea d'aria di meno di tre chilometri: da un lato quelli che sono cascati nel baratro, dall'altro quelli che guardano il baratro e sono certi che non ci finiranno mai dentro.
I NUMERI
Nell'ultima settimana l'onda del contagio Covid, nella sola città di Napoli, è avanzata al ritmo serrato di 518 ammalati in più ogni singolo giorno. Sappiamo bene che sfilare il rosario dei numeri per alcuni è un esercizio stucchevole e noioso eppure non riusciamo a trovare una maniera più incisiva per spiegarci.

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Però, che volete farci, ieri c'era un sole estivo, era sabato, pareva festa, così in migliaia hanno deciso che quei numeri non li riguardavano, che il battaglione del virus schierato e pronto a colpire non poteva permettersi di rovinare quest'ottobrata che chissà quando tornerà. Abbiamo percorso il lungomare alle undici e poi alle 13, abbiamo visto una folla crescente sia a piedi che in automobile, abbiamo osservato i ristoranti riempirsi, le mascherine abbassarsi, la convivialità schiacciare il rigore sanitario. Ci siamo inoltrati a via Toledo prima alle 10, poi alle 14, in entrambi i momenti ci siamo trovati travolti dallo struscio del giorno di festa con tanto di bancarellari abusivi e grupponi di ragazzini senza mascherina; siamo saliti al Vomero nel cuore della mattinata e nella zona pedonale abbiamo visto un fiume di gente.

Poi abbiamo fatto un salto al Cotugno e ci siamo ritrovati di fronte alla disperazione con decine di automobili e ambulanze in coda nella speranza di avere soccorso. Abbiamo visto il personale medico che andava a portare ossigeno a persone stravolte distese sul sedile di dietro delle automobili mentre i parenti che imploravano aiuto.

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LE RESTRIZIONI
Ci siamo chiesti, come forse molti di voi hanno fatto: chi permette che nel cuore della sferzata più violenta della pandemia le persone possano continuare ad accalcarsi? Attenzione, qui non è questione di zone gialle o rosse, si tratta semplicemente, banalmente di fermarsi a riflettere e prendere una decisione. Potrebbero farlo i cittadini da soli, così come implorano decine di medici, vivendo come se fossero in un reale lockdown: ma migliaia di cittadini evidentemente non riescono ad imporsi regole. Allora potrebbe decidere il governo regionale che promise di farlo ma poi s'è fermato di fronte alle proteste, violente e non violente, della piazza, e s'è rimesso alle decisioni del Governo. Infine, la decisione potrebbe essere presa dal sindaco, Luigi de Magistris che ha dalla sua parte l'appoggio dell'ultimo Dpcm: gli è consentito disporre la chiusura di determinate aree anche solo per specifici giorni.

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LO SCIOGLILINGUA
Chi vuol pensare male dice che de Magistris non ha disposto nessuna chiusura (come invece è stato fatto a Salerno e a Pozzuoli, ad esempio) solo per non darla vinta al governatore De Luca con il quale c'è un amoroso scambio di frecciate al veleno e parole più o meno grosse. Chi vuol essere definitivamente cattivo sostiene che le chiusure non ci sono state perché altrimenti il mondo del food avrebbe avuto un contraccolpo troppo violento e nessuno avrebbe perdonato al sindaco questo affronto. Chi invece sostiene Dema invita a guardare i social del sindaco che proprio ieri mattina ha diffuso un video nel quale chiede rigore ai cittadini e poi si diverte con uno scioglilingua per spiegare perché lui non decide. Eccolo: «Se chiudi piazza Vanvitelli le persone andranno a piazza Fuga, se chiudi piazza Fuga andranno a piazza Medaglie d'oro, se chiudi piazza Medaglie d'Oro andranno a via Luca Giordano. Se chiudi il lungomare andranno a piazza San Pasquale(...)». Insomma, povero de Magistris come fa a decidere? Ci sono troppe strade a Napoli, ecco perché non riesce a individuare quale va chiusa per salvare i napoletani dal contagio.
 

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